Mentre entra sempre più nel vivo la corsa per le Europee 2024, Ursula von der Leyen ha deciso di scendere in campo, ancora una volta al fianco del Partito Popolare Europeo (PPE), tentando di replicare il successo del precedente appuntamento elettorale. Una corsa che, per molti, riuscirà a confermare il risultato già ottenuto, ma che secondo molti altri potrebbe infrangersi ancora prima che si entri nel pieno della campagna elettorale.
Negli ultimi giorni, infatti, sono stati diversi gli attacchi che nei corridoi, negli uffici e nelle sedi ufficiali della Commissione UE sono stati diretti contro von der Leyen, che ha collezionato negli anni (soprattutto negli ultimi) numerosi scandali che avranno quasi certamente un peso importante sulla sua eventuale riconferma. Non a caso, inoltre, non è riuscita a guadagnarsi l’unanimità dei voti neppure all’interno del PPE, che nella sede del suo Congresso ha conferito l’incarico a von der Leyen, con 400 voti a favore e 89 contrari (ed altri 10 sono stati considerati ‘non validi’). Non è detto che per gli scandali la corsa dell’attuale presidente della Commissione verrà interrotta, ma se gli attacchi dei commissari continuassero, ne uscirebbe certamente indebolita.
Tutti contro von der Leyen: gli scandali dai vaccini a Pieper
Numerosi, appunto, gli scandali che hanno coinvolto a vario titolo von der Leyen, partiti da quello che è stato rinominato “Pfizergate” e che riguardava l’acquisto di vaccini contro il coronavirus. Uno scandalo, peraltro, doppio, perché include anche quello degli sms scambiati dalla presidente con il Coe di Pfizer, nel quali si discussero i contratti in via del tutto informale e che (misteriosamente?) sono spariti nel nulla e, tutt’ora, risultano irrecuperabili. Sul caso Pfizer, contro von der Leyen è stata aperta un’inchiesta dalla Procura europea, guidata da Laura Kövesi, che rispondendo a due interrogazioni, ieri ha definito l’inchiesta “complessa” sottolineando che “non c’è al momento un sospettato ufficiale”.
Pfizer da un lato, ma anche nomine e favoritismi dall’altro, perché nell’ultimo periodo si è ampiamente discusso dello scandalo Orgenesisi, azienda in cui lavora Heiko von der Leyen (marito della presidente) che ha ricevuto, secondo l’accusa che la Procura sta vagliando, “finanziamenti alle sue filiali tramite fondi Ue”. Le nomine, infine, è l’ultimo (cronologicamente) degli scandali che stanno coinvolgendo la presidente della Commissione, riguardo al nome di Markus Pieper. Questi, infatti, è stato scelto personalmente dalla von der Leyen per il ruolo di Inviato per le PMI, nonostante fosse il meno indicato tra i nomi preselezionati al fine (così si ritiene) di agevolare i suoi colleghi politici tedeschi.