Sentire parlare di Commissione Europea che mette sul tavolo una possibile procedura d’infrazione contro la Germania – con in più al ruolo di scranno della Presidente una politica come Ursula von der Leyen cresciuta a fianco in tutto e per tutto di Angela Merkel – potrebbe far sorridere e pensare ad una fake news: invece dopo quanto avvenuto la scorsa settimana con la storica sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe che ha in parte definito illegittimi i piani QE della Bce, il board di Bruxelles potrebbe anche pensare di fare sul serio. Tra il dire e il fare in questo caso specifico vi è di mezzo non solo il mare ma un vero e proprio oceano di “possibilità politiche” prima che realmente possa scattare la procedura d’infrazione, ma il tema è comunque d’attualità.



«La recente sentenza della Corte costituzionale tedesca ha messo in luce due questioni dell’Unione europea: il sistema euro e il sistema giuridico europeo. Prendiamo atto della chiara dichiarazione della Corte di giustizia europea dell′8 maggio», spiega in una lettera inviata all’eurodeputato tedesco dei Verdi Sven Giegold la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, salvo poi affondare il colpo «la Commissione europea sostiene tre principi di base: che la politica monetaria dell’Unione e’ di competenza esclusiva; che il diritto dell’UE ha il primato sul diritto nazionale e che le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti per tutti i tribunali nazionali. L’ultima parola sul diritto dell’UE e’ sempre pronunciata in Lussemburgo. Da nessun altra parte. Il compito della Commissione europea e’ di salvaguardare il corretto funzionamento del sistema euro e del sistema giuridico dell’Unione».



VON DER LEYEN-GENTILONI “QE NON SI TOCCA”

Per tutti questi motivi, sostiene ancora la Von der Leyen «Ora stiamo analizzando in dettaglio la sentenza della Corte costituzionale tedesca. E esamineremo i possibili passi successivi, che potrebbero includere l’opzione di procedure di infrazione – conclude – L’Unione europea è una comunità di valori e di diritto, che deve essere sostenuta e difesa in ogni momento. Questo è ciò’ che ci tiene uniti. Questo è ciò che rappresentiamo». Nei giorni scorsi già la Corte Ue si era espressa “zittendo” i giudizi dell’Alta Corte di Germania, con un braccio di ferro politico e giuridico che rischia di avere comunque pesanti ripercussioni sui già fragili accordi interni all’Ue per l’attuale piano di acquisti dei titoli di Stato della BCE e per il Recovery Fund in discussione al Consiglio Ue.



Le parole della Von der Leyen aprono un varco di “scontro” quasi impensabile fino a pochi giorni fa tra Bruxelles e Germania, nel momento più “topico” dell’emergenza coronavirus in tutta Europa: «La Commissione è guardiana dei trattati e deve affermare il primato della Corte di giustizia rispetto alle corti nazionali su tutte le materie europee e l’indipendenza delle istituzioni, a cominciare dalla Bce», ha invece ricordato oggi nell’intervista a Repubblica il Commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni. Secondo il board della Commissione Ue non possono essere messi in discussione né il QE di Draghi né a maggior ragione il PEPP (Piano di acquisti Pandemico) messi in atto dall’Eurotower per il Covid-19: se però lo scontro dovesse continuare con l’Alta Corte ecco allora che l’ipotesi, quasi assurda, di procedura d’infrazione diverrebbe una realtà decisamente più probabile o quantomeno possibile.