Cinque proposte contro il caro energia e la manipolazione del mercato da parte della Russia. Questo quanto presentato quest’oggi dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nel corso della conferenza stampa odierna, l’ex ministro della Difesa di Berlino ha reso noto che gli stoccaggi di gas a livello europeo sono all’82 per cento, mentre la quota di gas importato da Mosca è passata dal 40 per cento pre-invasione all’attuale 9 per cento.
Dati significativi, basti pensare che l’Ue riceve più gas dalla Norvegia che dalla Russia. Entriamo nel dettaglio delle cinque proposte messe sul tavolo dalla Commissione europea, riportate dai colleghi dell’Agi: riduzione del consumo di elettricità nelle ore di punta; tetto ai ricavi dall’elettricità non generata dal gas (rinnovabili comprese); un contributo di solidarietà dalle aziende di combustibili fossili; maggiore liquidità alle società energetiche e, infine, un tetto al prezzo del gas russo.
VON DER LEYEN, LE PROPOSTE CONTRO IL CARO ENERGIA
“Ciò che è cambiato è che l’approvvigionamento energetico globale è scarso e ciò richiede una riduzione intelligente della domanda”, l’analisi di Ursula von der Leyen nel corso del punto stampa: “Serve una strategia per appiattire i picchi che guidano il prezzo dell’elettricità. Proporremo un target obbligatorio per la riduzione del consumo di elettricità nelle ore di punta. E lavoreremo a stretto contatto con gli Stati membri per raggiungere questo obiettivo”. Per quanto riguarda gli extra-profitti, la von der Leyen ha evidenziato che sarà proposto un tetto ai ricavi delle aziende che producono elettricità a basso costo: “Le fonti di energia a basse emissioni di carbonio stanno realizzando entrate inaspettate, che non riflettono i loro costi di produzione. E’ giunto il momento per i consumatori di beneficiare dei bassi costi delle fonti di energia a basse emissioni di carbonio, come le rinnovabili. Quindi proporremo di reincanalare questi profitti inaspettati per sostenere le persone vulnerabili e le aziende ad adattarsi”. Uno dei punti fondamentali è la proposta del price cap, un provvedimento che si pone l’obiettivo di “togliere risorse a Putin”.