CRISI CLIMATICA, EUROPA RISCHIA RAZIONAMENTO ACQUA

L’Europa potrebbe essere costretta al razionamento acqua nel 2050: a paventare il rischio è la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen nel suo intervento a Monaco in occasione della Dld Nature Conference. L’ipotesi sollevata è legata alla crisi climatica, che potrebbe portare a un «caldo asfissiante, inondazioni», ma anche «all’estinzione di un terzo delle specie animali e alla diffusione di nuove malattie». Lo scenario non è lontano, visto che si parla di 25 anni.



A tal proposito, von der Leyen spiega come potrebbe cambiare la stessa Monaco: ad esempio, la temperatura estiva potrebbe essere superiore a 35 gradi, le cime delle Alpi potrebbero apparire senza ghiacciai. L’Europa nel 2050 potrebbe ritrovarsi ad affrontare nuove malattie portate da zanzare invasive. Dunque, per la leader dell’esecutivo europeo è comprensibile il turbamento dei giovani riguardo la crisi climatica. L’unico cambiamento che chiedono è nelle politiche, per dar vita a scenari diversi da quello prospettato.



«Non sarà facile, ma sappiamo cosa serve. Dobbiamo seguire i pionieri delle nuove tecnologie e soluzioni. E investire decisamente nell’ingegno umano», ha aggiunto la presidente della Commissione europea. Per incentivare il cambiamento pensa anche a «ricompense», in modo tale che la protezione della natura sia «stimolante» anche economicamente.

LA PROPOSTA DEI BONUS E I DUBBI SUI CREDITI NATURA

Ursula von der Leyen propone «crediti natura per premiare le comunità locali e gli agricoltori» che proteggono l’ambiente. I crediti natura, in altre parole bonus e rimborsi, confermano il nuovo approccio europeo in ambito agricolo: meno punizioni, più incentivi. Resta da capire però chi deve sostenere questa spesa.



L’idea riprende quella del mercato dei crediti di carbonio, che si è rivelato efficace secondo von der Leyen, ma in realtà ha palesato qualche falla, infatti per gli ambientalisti sarebbe stato sfruttato dalle aziende super inquinanti proprio per scongiurare il cambio rotta. Eppure, per Bruxelles questo modello dovrebbe ispirare i nuovi crediti natura, un sistema che stanno valutando anche esperti dell’Onu, mentre si delineano progetti pilota in Europa, senza però che abbia chiarito quali.

IL DISCORSO DI URSULA VON DER LEYEN A MONACO

«Il mondo si sta riscaldando a una velocità preoccupante», ha dichiarato Ursula von der Leyen nel suo discorso. «Sappiamo tutti che il cambiamento può spaventare», ma tutti devono fare uno sforzo per superare le vecchie abitudini e mostrare coraggio per cambiare il futuro. «La strada verso questo futuro sarà tortuosa e accidentata. La buona notizia è che non partiamo da zero», ha aggiunto la presidente della Commissione Ue, che poi ha tracciato un bilancio del lavoro svolto dall’Unione europea in tema ambientale negli ultimi anni.

Cita anche la guerra in Ucraina con l’invasione da parte della Russia, che ha spinto l’Europa a liberarsi dalla sua dipendenza dai combustibili fossili russi. «Non ho dimenticato che molti avevano previsto che saremmo dovuti tornare all’era del carbone. Ma non è stato così. Perché abbiamo guidato questa trasformazione». Infatti, «è finita per sempre» l’epoca del dominio russo dei combustibili fossili. Non è solo una questione di politiche, ma anche di mentalità, perché del resto se non cambia la seconda non ci può essere un reale cambiamento. «Abbiamo bisogno di un ripensamento fondamentale del rapporto tra la nostra economia e il mondo naturale».

Von der Leyen ha fatto l’esempio degli Stati Uniti, che ha investito nelle tecnologie pulite. Ma ha citato anche la Cina, che ha investito in maniera massiccia nelle auto elettriche, e i Paesi del Golfo, che pur essendosi arricchiti con petrolio e gas, investono nell’idrogeno pulito. Non c’è solo una questione etica, ma anche economica alla base della tutela della natura. «C’è una crescente consapevolezza che la natura intatta ha un valore economico». L’obiettivo è chiaro: «Vogliamo che la decarbonizzazione e la protezione della natura siano una fonte di crescita e innovazione, un’economia circolare e competitiva, che restituisca alla natura più di quanto le sottragga».