Uno scudo democratico europeo per proteggere i 27 stati membri dalla disinformazione e dalla cosiddetta guerra ibrida digitale: questa è l’idea proposta dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, intervenuta durante il summit sulla democrazia che si è tenuto la scorsa settimana (precisamente il 14 maggio) a Copenaghen. Un idea e un progetto che sembrano strizzare l’occhio alle ormai imminenti elezioni europee che si terranno ad inizio giugno in un clima che von der Leyen e colleghi temono sarà fortemente influenzato dall’interferenza di paesi come la Russia e la Cina.
Facendo un passo indietro prima di arrivare allo scudo democratico europeo, infatti, molti sapranno che già dallo scorso mese nell’ambiente UE è stata avviata un’ampia indagine che coinvolgerebbe un numero non meglio definito di parlamentari, accusati di aver ricevuto mazzette dal Cremlino per diffondere la propaganda russa sul territorio europeo. Non solo, perché attualmente un eurodeputato (Maximilian Krah dell’AfD tedesca) è accusato di essere una spia al soldo di Pechino e – ha ricordato la stessa von der Leyen a Copenaghen – negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli attacchi informatici contro i politici tedeschi.
Come funzionerà lo scudo democratico europeo di Ursula von der Leyen
Proprio a fronte di tutte queste sfide entrerebbe in gioco lo scudo democratico europeo proposto da Ursula von der Leyen e che sarebbe la sua assoluta priorità nel caso venisse rieletta all’appuntamento elettorale di giugno. Secondo la presidente comunque attualmente “i principi fondamentali della nostra democrazia” sono sottoposti a frequenti e violenti attacchi ed è arrivato il momento di concentrarci – a livello comunitario – sulle “minacce di interferenze e manipolazioni straniere“, con un chiaro (ma non diretto) riferimento di von der Leyen alle già citate Russia e Cina.
“Dobbiamo costruire una competenza pubblica per individuare la manipolazione dell’informazione“, ha spiegato la presidente gettando le basi dello scudo democratico europeo, in grado di riunire “le competenze necessarie” e di collegare e coordinare “le agenzie nazionali esistenti”. In tal senso, infatti, secondo von der Leyen si dovrebbe lavorare anche sul rafforzamento del Digital Service Act e della legge sull’intelligenza artificiale per contrastare la diffusione dei cosiddetti deep fake (ovvero foto e video falsi che ritraggono persone in contesti o dichiarazioni divisive).