Vongole al veleno: pescate nella melma del fiume, sono state vendute anche se sono pericolose per la salute. Ma è intervenuta la capitaneria di porto di Castellammare, che ha scoperto questo business di mitili cangerogeni. Il comandante Ivan Savarese parla di un «attentato alla salute» degli ignari consumatori. Alcune pescherie avevano in vendita quei prodotti, che venivano mischiati alle vongole normali. Un quantitativo di circa cinque quintali è stato sequestrato addirittura in un centro di stabulazione, nel vano tentativo di depurare quei mitili. Ma tutto ciò che è nelle acque e nella melma in cui crescono si ritrova poi nella polpa delle vongole. Le analisi eseguite dall’Arpa e dall’Istituto Zooprofilattico di Portici su acqua, sabbia e su frutti di mare prelevati due settimane fa alla foce del Sarno non lasciano dubbi. I risultati ufficiali saranno noti nei prossimi giorni, ma secondo le prime anticipazioni sarebbe stato trovato un mix di metalli pesanti con qualche traccia di sabbia e sedimenti nella melma. L’acqua, quella filtrata dalle vongole per assorbire il cibo, è piena di batteri e virus tra cui salmonella ed epatite.
VONGOLE SEQUESTRATE “SONO CANCEROGENE”
Una prima stima ufficiosa parla di una contaminazione delle vongole nell’ordine dei milioni, e consideriamo che il limite massimo di batteri di escherichia coli tollerato per la messa in commercio di frutti di mare è di 230 unità. Si parla, secondo quanto riportato da Il Messaggero, di 240 milioni di batteri fecali. In ogni mollusco c’è praticamente una “bomba”. I risultati completi delle analisi verranno consegnate alla procura di Torre Annunziata con una relazione dettagliata dell’Istituto Zooprofilattico di Portici, che ha analizzato un campione da 7 chili di molluschi bivalvi pescati in quella porzione di mare, tra lo scoglio di Rovigliano e la foce del Sarno. Cosa può accadere dopo la cottura? Si può incappare in una forte intossicazione alimentare, ma il dato sui metalli pesanti fa incrementare il rischio dal punto di vista cancerogeno. La concentrazione delle sostanze nocive è così alta che potrebbe causare tumori all’apparato digerente. Da vagliare le posizioni dei primi sei pescatori sorpresi e denunciati per ora a piede libero, insieme ad altre cinque persone.