Caro direttore,
un ballon d’essai da grande école parigina. Un azzardo creativo da parte di un senatore della socialdemocrazia europea in crisi. Una proposta calcolata, sulla base di sondaggi e proiezioni. Probabilmente c’è’ di tutto un po’ dentro l’idea del voto ai 16enni da parte di Enrico Letta: professore di Science Po, ma soprattutto ex premier di centrosinistra scalpitante nell’Italia-calderone del 2019. Quella che ha tributato alla trovata un immediato consenso trasversale: dal premier Giuseppe Conte ai leader di Pd, Nicola Zingaretti, e M5s, Luigi di Maio; fino al capo leghista Matteo Salvini (silenzioso, per ora, Matteo Renzi e unico scettico l’ex premier Mario Monti).
Di certo i grandi istituti di ricerca dispongono già nei loro database di analisi statistiche raffinate. Sanno quali sono le risposte al “gioco del voto” da parte di chi oggi ha 16 anni. Ma probabilmente hanno già studiato i 16enni di cinque anni o dieci anni fa, monitorando poi le risposte (ai sondaggi e nelle urne) alla prova del voto reale. Non da ultimo, sanno come reagisce l’opinione pubblica alla pubblicazione dei test più’ disparati: ad esempio un sondaggio pro-forma sull’elettorato italiano o europeo con due classi di voto in più, che venisse diffuso per esempio nei prossimi giorni (sarà anzitutto interessante vedere se ne verranno pubblicati).
Solo così in ogni caso sarà possibile verificare il “teorema Greta” implicito nella proposta Letta: che i 16enni (anzitutto quelli di Fridayforfuture) voterebbero come certamente Letta desidera. Anzitutto “contro”: contro Donald Trump negli Usa, contro Matteo Salvini in Italia eccetera.
Ma a proposito: qualcuno ha mai chiesto a Greta per chi voterebbe nella Svezia dilaniata dalla xenofobia? Oppure alle ultime Europee: Pse, Ppe, Alde, Verdi o altri? Già: Greta, l’altro ieri in Austria, avrebbe votato per i Grünen, che hanno rubato l’8% (non di più…) proprio ai socialdemocratici cugini del Pd di Letta? Ma molte altre domande sembrano in attesa urgente di risposta: un “partito di Greta” quanto varrebbe? Ad esempio nella Francia dove Letta vive “in esilio”, ospite di Emmanuel Macron. O nell’Italia che Letta vorrebbe “liberare” di nuovo. Oppure ancora nell’“Europa di Orsola”. Nel frattempo, il cronista può solo aggiungere domande. Come voterebbero i sedicenni di Gomorra? E quelli delle banlieue di Parigi (o di Stoccolma)? E quelli dei land orientali tedeschi?