DECRETO AIUTI: SENATO CONFERMA FIDUCIA GOVERNO
L’Aula del Senato ha approvato la fiducia chiesta dal governo sul dl Aiuti. Il via libera è arrivato con 172 sì, 39 no e nessun astenuto. Ok definitivo, dunque, al provvedimento che va convertito in legge entro sabato. Nessun dietrofront dal Movimento 5 Stelle: il gruppo pentastellato a Palazzo Madama non ha partecipato alla votazione, come annunciato in precedenza anche dalla presidente Mariolina Castellone. Non ha risposto alla chiama neanche il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli.
Da segnalare l’assenza anche di Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato e esponente di spicco del presunto campo largo. “La responsabilità della situazione in cui ci troviamo è soprattutto di chi non ha voluto stralciare la norma sul termovalorizzatore a Roma, come si sarebbe potuto e dovuto fare. Una norma assolutamente sbagliata nel metodo e nel merito, che non risolve il problema dei rifiuti a Roma e contraddice ogni impegno a favore dell’economia circolare. Si è invece deciso di forzare e provocare il M5S, forse con l’intenzione di spingerlo fuori dalla maggioranza. Invece i 9 punti segnalati nella lettera consegnata a Draghi da Conte devono essere al centro dell’azione di governo. Non sono bizze incomprensibili o bandiere identitarie: sono i problemi reali del Paese. Per questi motivi ho deciso di non partecipare al voto di fiducia sul dl Aiuti”, le sue parole riportate da Adnkronos. (Aggiornamento di MB)
DECRETO AIUTI AL SENATO: LA LUNGA GIORNATA VERSO IL VOTO DI FIDUCIA
È cominciato alle 9.30 circa – con diretta video streaming integrale sul canale YouTube del Senato – il lungo dibattito al Senato che porterà al voto verso le ore 15 sulla conversione in legge del Decreto Aiuti già approvato alla Camera: i tempi stretti sono imposti dalla scadenza del Dl Aiuti che il prossimo 16 luglio rischia di decadere se non venisse approvato dal Parlamento. Qui finisce il “nodo tecnico”, ma inizia quello enorme politico in quanto, come ormai noto, il Movimento 5Stelle ha deciso di non votare oggi la fiducia al Governo in merito al Decreto dove alcune norme su Superbonus, Reddito di Cittadinanza e termovalorizzatore a Roma Capitale non vengono accettate dalla base del partito.
Un movimento sempre più in balia delle “correnti interne”, ha portato ieri sera il Presidente Giuseppe Conte ad annunciare l’uscita dall’Aula per questa mattina senza però causare direttamente la crisi di Governo: le promesse di un nuovo patto sociale e di nuove misure contro i bassi salari fatte da Draghi in questi giorni non sono bastate a convincere il M5s e alla vigilia del voto di fiducia in Senato. Di contro, il tentativo del leader grillino è quello di arrivare ad una “discontinuità con l’azione di Governo” senza però uscirne: su questo punto si scontra però con la volontà del Premier, che ha già fatto capire di non voler essere “arrostito” da «ultimatum e ricatti» in questi ultimi mesi di Legislatura.
STRAPPO M5S, NON VOTERÀ IL DL AIUTI: CRISI DI GOVERNO O…
Dal Pd a Forza Italia, passando per la Lega, Italia Viva e Azione: tutte le forze di maggioranza, ad esclusione ovviamente del M5s – ma anche LeU – puntano per una verifica di maggioranza immediata, altrimenti Elezioni anticipate. Nel pomeriggio, qualora si formalizzasse in Senato la non presenza dei parlamentari di Conte, il Premier Draghi salirà al Quirinale per rimettere le decisioni sull’eventuale crisi di Governo in mano al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Quello che è successo ieri a Roma e la decisione del M5s di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra: è una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia», ha spiegato in un punto stampa a Milano il leader Pd Enrico Letta. Va registrato però in queste ore un fitto conciliabolo in Senato tra il Ministro per i Rapporti con il Parlamento (il grillino D’Incà che ieri si è detto contrario alla linea approvata da Giuseppe Conte) e i capogruppo dei partiti di maggioranza per arrivare ad evitare l’incidenza politico sul Decreto Aiuti: mentre infatti prosegue la diretta del dibattito in Senato, sarebbe in corso la mediazione per giungere ad un voto blindato sui singoli emendamenti ma senza apporre la fiducia.
A questo punto si andrebbe “incontro” alle richieste di Conte, scongiurando la caduta del Governo e tutti gli scenari conseguenti ma approvando lo stesso il Dl Aiuti. Contrari Forza Italia e Italia Viva, con il senatore Davide Faraone che attacca, «È incredibile che il ministro D’Incà convochi una riunione dei capogruppo, all’insaputa di Draghi, per non porre la questione di fiducia». Il confronto in realtà con Palazzo Chigi vi sarebbe comunque in questi minuti, con la richiesta formale di alcuni senatori di evitare il voto di fiducia per salvare la maggioranza. Detto ciò, il problema politico rimarrebbe anche senza la caduta oggi della maggioranza, come rimarcato da Draghi nei giorni scorsi: non si può proseguire con un Governo “ricattato” da continui ultimatum e dunque spostare il problema per le prossime riforme o peggio ancora per la Manovra potrebbe essere altrettanto pericoloso per il Paese che non una formalizzazione della crisi in piena estate. La parola ora al Senato, poi eventualmente a Palazzo Chigi e soprattutto al Quirinale.