VOTO DISGIUNTO ALLE REGIONALI LOMBARDIA 2023: È VALIDO E CON QUALI REGOLE?

Le Elezioni Regionali della Lombardia del 2023 sono ormai ad un passo: prima di recarsi alle urne, tuttavia, è necessario comprendere come si vota e in tal senso è fondamentale capire come funziona il voto disgiunto, che sarà valido. È una opzione di fondamentale importanza, soprattutto se si considera che il prossimo presidente sarà individuato in un unico turno, senza ballottaggio. Il candidato vincente sarà quello che otterrà il maggior numero di preferenze al termine degli scrutini.



Per essere più chiari in merito al meccanismo, è bene ricordare che l’elettore ha quattro modi per esprimere il proprio voto: votare per un candidato alla carica di Presidente della Regione; tale manifestazione di voto non comporta alcuna attribuzione di voto alla lista o alle liste provinciali collegate; votare a favore solo di una lista; in tale caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato Presidente della Regione a essa collegato; votare per un candidato alla carica di Presidente della Regione e per una delle liste a esso collegate, tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste; votare per un candidato alla carica di Presidente della Regione e per una delle altre liste a esso non collegate, tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste e uno sul nome disgiunto (voto disgiunto).



COS’È IL VOTO DISGIUNTO PRESENTE ALLE ELEZIONI REGIONALI LOMBARDIA 2023?

Il voto disgiunto, valido nelle Elezioni Regionali della Lombardia del 2023, non è dunque altro che un modo per esprimere una preferenza per un candidato alla presidenza ed una preferenza ad un partito non appartenente alla coalizione di quest’ultimo per la suddivisione dei seggi.

Il meccanismo in questione si ricollega alla questione del voto utile, che assume una rilevanza importante soprattutto per i favoriti alla corsa. Verrà infatti eletto presidente chi ottiene più voti, indipendentemente dal sostegno delle liste. È per questo motivo che i candidati sperano di potere sottrarre qualche voto al diretto contendente lasciando le preferenze di lista a partiti diversi dal proprio. Il riferimento è in particolare alla ex vice presidentessa Letizia Moratti (Terzo Polo e lista civica), che sfida il presidente uscente Attilio Fontana, il quale va a caccia del secondo mandato con l’appoggio della coalizione di centrodestra. Gli altri due candidati sono Pierfrancesco Majorino (M5S e centrosinistra) e Mara Ghidorzi (Unione Popolare).