La Camera dice sì alla fiducia al Conte bis: con 343 voti a favore, 263 contrari e 3 astenuti il premier del governo M5s-Pd-Leu passa l’esame di Montecitorio in attesa di presentarsi domani al Senato per riproporre lo stesso schema odierno: discorso, discussione e repliche del Presidente del Consiglio. C’è però un dato politico che è bene sottolineare dopo la fiducia incassata da Conte: nel pallottoliere, rispetto a quota 341, che è la somma dei deputati iscritti ai gruppi del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Liberi e Uguali, si segnalano due voti in più, con ogni probabilità provenienti dai senatori a vita. Due voti che in ogni caso non hanno fatto la differenza in questa votazione: il “magic number” da raggiungere era infatti 316 voti, soglia ampiamente superata. Domani il secondo atto al Senato, dove i numeri dovrebbero essere più risicati. (agg. di Dario D’Angelo)
FIDUCIA, BAGARRE ALLA CAMERA DURANTE REPLICHE CONTE
La Camera è diventata un’autentica bagarre quando poco prima delle 18 il premier Conte ha replicato alle dichiarazioni dei deputati che hanno seguito il discorso di questa mattina in merito al voto di fiducia: è lì che il Premier si è scagliato con tutta la propria forza dialogica contro la Lega e il Centrodestra che lo avevano attaccato e accusato di tradimento tanto fuori in piazza quanto dentro a Palazzo Montecitorio. «Avete parlato di tradimento – la replica di Conte – ma permettetemi di dire che conosco la vostra abilità comunicativa ma ripetere all’infinito queste parole non potrà cambiare la realtà dei fatti: questa è una grande mistificazione. Il fatto di pensare che una singola forza politica o addirittura il suo leader possa decidere ogni anno a suo piacimento o addirittura a suo arbitrio di poter portare il Paese alle elezioni è irresponsabile»; si rivolge poi esplicitamente alla Lega e attacca «Non ho mai detto e non dirò mai che voi avete tradito: mi rivolgo alla Lega. Dico che mentre il M5s è stato coerente al proprio programma voi dimostrate di essere coerenti alle vostre convenienze elettorali. Avete sbagliato giuramento perché i ministri che hanno giurato letteralmente hanno giurato di tutelare l’interesse esclusivo della nazione non del proprio partito». In merito alle accuse di essere attaccati alla poltrona, Conte risponde a tono «C’è stato il deputato Garavaglia con cui ho lavorato per mesi fianco a fianco che ha usato un’espressione volgare: ‘Volete rimanere imbullonati alle poltrone’. E’ un’espressione che non trovo appropriata perché per me una poltrona è fonte di responsabilità ma che devo pensare: ‘Che volevate andare a elezioni per avere più poltrone?».
CONTE ALLA CAMERA “RIVEDERE IL PATTO DI STABILITÀ”
Alle 17.45 è atteso per le repliche alla Camera il Premier Conte mentre gli esiti del voto di fiducia si avranno alle 19.30 con risultato del tutto scontato per la larga maggioranza che nutre l’alleanza giallorossa: dai banchi delle opposizioni anche in questo pomeriggio, durante i vari interventi dei gruppi parlamentari, risuonano slogan come “poltrone”, “elezioni”, addirittura “Bibbiano” ma finora Pd-M5s-LeU hanno atto fronte comune senza intoppi verso la nascita ufficiale del loro nuovo accordo di Governo. Michaela Biancofiore, deputata di Forza Italia, interviene in Aula alla Camera con un tricolore sulle spalle: «Le scelte di abbigliamento sono libere per ognuno, ma credo che l’utilizzo del tricolore come sciarpa non rientri nel decoro di quest’Aula e del tricolore stesso», le ha subito ribattuto il Presidente di turno Ettore Rosato dal banco della Presidenza della Camera. Importante poi l’intervento di Bruno Tabacci, ex Udc oggi con +Europa: il gruppo di Emma Bonino ha deciso di votare sì alla fiducia per il nuovo Conte-bis anticipando lo stesso annuncio fatto dal terzo deputato dei radicali e centristi Alessandro Fusacchia. Tra i punti più criticati del programma di Conte quello in cui il Premier ha annunciato di voler rinegoziare il Patto di Stabilità con l’Ue: «Difendere l’interesse nazionale non significa abbandonarsi a sterili ripiegamenti isolazionistici, ma mettere la propria Patria al di sopra di tutto e non farsi mai condizionare da pressioni di poteri economici e da indebite influenze esterne», ha chiosato il Presidente del Consiglio.
GOVERNO CONTE-BIS “RIVEDERE I DECRETI SICUREZZA DI SALVINI”
Una autentica bagarre è andata in scena sia durante che dopo il discorso del Premier Conte col quale il Premier ha chiesto il voto di fiducia alla Camera del nuovo Governo Pd-M5s-LeU: Lega e FdI i più scatenati non solo fuori con la manifestazione di Salvini e Meloni ma anche dentro Montecitorio con diverse polemiche e cori lanciati contro il Premier e i singoli interventi dei deputati dem e 5Stelle. Il passaggio forse più delicato di tutti, quello sull’immigrazione, ha visto non poche grida ai banchi dell’opposizione: «Rivedremo la disciplina in materia di sicurezza – ha detto Conte alla Camera – alla luce delle osservazioni critiche formulate dal Presidente della Repubblica, il che significa recuperare, nella sostanza, la formulazione originaria del più recente decreto legge, prima che intervenissero le integrazioni che, in sede di conversione, ne hanno compromesso l’equilibrio complessivo». Dunque revisione Decreti Sicurezza e “discontinuità” dal Governo precedente con Salvini: il diretto interessato non la prende benissimo e attacca «In piazza c’è un pezzo di Italia che penso sia maggioranza nel Paese che chiede di votare. Oggi è plastica la divisione tra il Palazzo chiuso e l’Italia in piazza». Lo stesso Conte, secondo diversi retroscena, starebbe cercando di organizzare un nuovo tavolo negoziato con l’Ue per discutere in materia di immigrazione su possibili e necessarie modifiche alle regole comunitarie attuali, superando il “famoso” accordo di Dublino.
IL DISCORSO DI CONTE: “SUBITO LA RIFORMA ELETTORALE”
Un lungo discorso, spesso interrotto dalle urla-critiche del Centrodestra e dal contrasto degli applausi dai banchi di Pd, LeU e Movimento 5 Stelle: un Premier indispettito dalle continue pause ha lanciato anche qualche frecciatina alle opposizioni, venendo anche richiamato in due occasioni dal Presidente della Camera Roberto Fico. Un clima tutt’altro che facile quello che prepara il voto di fiducia del Governo Conte-bis che si appresta alla prova di un programma alquanto ricco ed esigente: «Sono molte le sfide che ci attendono – ha detto il Premier Conte parlando della manovra – a partire dalla prossima sessione di bilancio, che dovrà indirizzare il Paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, pur in un quadro macroeconomico internazionale caratterizzato da profonda incertezza». Poi sempre Conte rilancia «Siamo consapevoli che questa manovra sarà impegnativa. La sfida più rilevante, per quest’anno, sarà evitare l’aumento automatico dell’Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale». Frecciate alla Lega e ai toni utilizzati nel precedente Governo, il Premier “giallorosso” ha annunciato diverse riforme tra cui «occorrerà avviare un percorso di riforma del sistema elettorale». Infine sul taglio del numero dei parlamentari ha spiegato «E’ nostra intenzione chiedere l’inserimento, nel primo calendario utile della Camera dei deputati, del disegno di legge costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari. E’ nostro obiettivo procedere a una riforma dei requisiti di elettorato attivo e passivo per l’elezione del Senato e della Camera, nonché avviare una revisione costituzionale volta a introdurre istituti che assicurino più equilibrio al sistema e contribuiscano a riavvicinare i cittadini alle istituzioni». Prosegue intanto fuori dalla Camera la protesta del Centrodestra con Salvini e Meloni in piazza per manifestare con centinaia di attivisti contro la nascita del Governo Pd-M5s-LeU.
VOTO DI FIDUCIA GOVERNO ALLE 19-19-30
Stanno entrando a Palazzo Montecitorio nell’aula della Camera i Ministri e tutti i parlamentari per il “nuovo inizio” con il Governo Conte-bis che a breve farà il suo nuovo esordio con il programma dettagliato illustrato in un discorso lungo e articolato del Presidente del Consiglio. Secondo le varie anticipazioni raccolte in queste ore i punti-cardine del programma giallorosso saranno la Manovra, le politiche migratoria da rinegoziare con l’Ue, l’ambiente, le riforme, il “nuovo umanesimo”, rapporto più forte con l’Europa per un’Italia in prima fila. Secondo i calcoli portati dall’Ansa, il voto di fiducia al Governo Conte-bis avverrà attorno alle 19-19.30 questa sera: il Premier svolgerà dichiarazioni programmatiche in questi minuti, quindi una sospensione per consentirgli di consegnare il testo al Senato. A quel punto la discussione generale riprenderà alle ore 13 e fino alle 17.30: alle 17.45 la replica di Conte e quindi le dichiarazioni di voto. Solo a quel punto si terrà il voto di fiducia.
FUORI DALL’AULA LA PROTESTA DEL CENTRODESTRA
«Domani mattina (oggi, ndr) sarò alla Camera dei deputati per esporre le linee programmatiche del nuovo Governo in occasione del voto di fiducia. Potrete seguire il mio intervento dalle 11 in diretta streaming qui sulla mia pagina»: cosi il Premier Giuseppe Conte nel rilanciare ieri sera l’appuntamento con il discorso a Montecitorio sul programma per il quale poi chiederà la fiducia all’Aula. I calcoli dei numeri li potete trovare qui a fondo pagina, anche se ovviamente solo dopo il risultato della fiducia si potrà avere l’esatto polso della situazione in merito a chi il Premier Conte potrà affidarsi per la tenuta del neo-Governo Pd-M5s-LeU. La sfida che sottolineerà il Presidente del Consiglio sarà farli collaborare “lealmente” come non riuscito a M5s e Lega nel recentissimo passato: sarà una situazione anomala certamente visto il poco tempo intercorso tra il Conte-1 e il Conte-2. Fuori dall’Aula Lega e FdI faranno una manifestazione in piazza per protestare contro il “Governo dell’inciucio”, mentre Silvio Berlusconi è giunto a Roma per riunire i gruppi di Forza Italia e dissimulare ogni “voce” che lo dà come possibile stampella esterna al Governo giallorosso «se qualcuno dei nostri pensasse di aiutare la maggioranza sarebbe fuori dal partito» ha avvertito ieri in una lunga intervista al Giornale di Alessandro Sallusti.
VOTO DI FIDUCIA GOVERNO PD-M5S-LEU
Alle ore 11 il Premier Giuseppe Conte salirà alla Camera dei Deputati per il suo discorso in vista del voto di fiducia – il primo dopo la crisi e il giuramento dei Ministri – del Governo Pd-M5s-LeU: l’attesa per i numeri a Montecitorio è “limitata” rispetto a quanto invece sarà ben più interessante vedere domani con il voto di fiducia al Senato, eppure l’interesse per il discorso di oggi si fonda sui capitoli che toccherà il Premier, chiamato ad “unire” la doppia base del Governo ancora molto distante su diversi temi (come visto in questi ultimi giorni su Quota 100 e sulla Tav). Conte parlerà di quei 29 punti “allargati” del programma di Governo giallorosso ma non solo, si soffermerà anche sui nuovi equilibri che l’Italia seguirà in Europa e nel mondo e sulla richiesta formale di andare a Bruxelles (con Gentiloni Commissario e Gualtieri Ministro del MEF) a negoziare un eventuale aumento del deficit. Pd e M5s, assieme a LeU e ad alcuni parlamentari del Gruppo Misto in questi due giorni sono chiamati a tener vita alla XVIII legislatura con il Centrodestra al gran completo che dentro Montecitorio cercherà di mettere in ogni modo i bastoni tra le ruote al neo-Governo, mentre fuori andrà in scena la protesta di piazza con elettori di Lega, Fratelli d’Italia e forse anche Forza Italia contro il Conte-bis nato dopo l’accordo “benedetto” da Mattarella tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
LE ANTICIPAZIONI SUL DISCORSO DEL PREMIER CONTE
Secondo le fonti vicine a Palazzo Chigi – che ieri hanno fatto trapelare qualcosa a Repubblica e Corriere della Sera – le parole d’ordine saranno “discontinuità”, una promessa del tipo “nulla sarà come prima”; ma anche “futuro” senza parlare del passato, ovvero di Matteo Salvini. «La stagione del contratto è alle spalle e quella di oggi è un’alleanza sostanziale sulle cose da fare», questo sarà il solco su cui si muoverà il discorso del Premier Conte, chiamato a lanciare una nuova stagione riformista che comprenda in sintesi legge elettorale, modifiche alla Costituzione e rinegoziazione del deficit sperando in una Commissione Ue più morbida con l’Italia. Sarà un discorso europeista e filo-atlantico – l’endorsement di Trump è servito eccome a far nascere questo Governo negli scorsi giorni – dove la Russia di Putin caldeggiata da Salvini e la Cina “inseguita” dal Movimento 5 Stelle dovrebbero essere tenute in secondo piano rispetto al passato. Altri punti chiave saranno l’immigrazione, i conti e la Manovra in arrivo ma anche gli scontri in atto tra dem e 5Stelle, come Tav e concessioni Autostrade: «al Movimento 5 Stelle chiediamo lealtà e noi saremo leali, tutti dobbiamo essere convinti che tra nemici non si governo. Dobbiamo cambiare passo tutti, archiviare la cultura dell’intolleranza e mettere al centro le persone, la dignità. So che sarà difficile, ma se impegniamo possiamo farcela e ce la faremo», ha rilanciato ieri alla Festa dell’Unità di Ravenna il Segretario Pd Nicola Zingaretti.
GOVERNO CONTE-BIS, I NUMERI TRA CAMERA E SENATO
Salvini e Meloni continuano a rilanciare che alla lunga nei prossimi mesi la situazione in Parlamento sarà logorante per il Governo Conte-bis e che i numeri di maggioranza non basteranno: oggi si inizierà a capire se le invettive del Centrodestra abbiano delle basi di realtà concrete o se sono semplicemente un discorso di disturbo al neo-Governo che oggi e domani vota la fiducia in Parlamento. La situazione alla Camera, guardando i numeri del Conte-bis, non preoccupa i giallorossi: M5S può far conto su 215 deputati, il PD su 111, mentre LeU su 14. Sono in tutto 340 deputati, decisamente sufficienti per far fronte alla quota minima di fiducia prevista a 316; non solo, anche altri 7 deputati del Gruppo Misto, secondo il Messaggero, dovrebbero far parte del Conte-bis per cui la quota finale dovrebbe attestarsi sui 347 voti potenziali. Diverso il caso del Senato, dove anche il Governo Conte-1 aveva vissuto non pochi problemi ad ogni fiducia: Movimento 5 Stelle ha 107 senatori, il Partito Democratico 51 e Liberi e Uguali 4, 161 in totale ovvero uno in più del quorum sufficiente per non far cadere il Governo. A questi però, salvo sorprese, dovrebbero aggiungersi tre senatori del Misto e 3 delle Autonomie, ma quella cifra di 168 potenziali potrebbe subire improvvisi dietrofront (sia in bene che in male per il Governo Conte-bis) e non fa dormire sonni tranquilli a Pd e M5s non tanto per la giornata di domani ma per la tenuta nei prossimi mesi “caldissimi” per le riforme.