Intervistato da La Vita in Diretta il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia si “accoda” alle dichiarazioni di Crimi e Delrio contro le richieste di Italia Viva: «In caso di sfiducia al ministro Bonafede, si aprirebbe uno scenario di crisi di Governo. Noi siamo persone serie e ci assumiamo le nostre responsabilità. Mi auguro che la mozione di sfiducia porti soltanto ad un dibattito, com’è giusto che sia». A tardo pomeriggio arriva anche il primo commento del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio per provare a “spegnere” le polemiche interne al Governo: «l’esecutivo è solido e domani lo dimostrerà». Nel frattempo è ancora in corso il vertice a Palazzo Chigi tra il Premier Conte e la capogruppo di Italia Viva Maria Elena Boschi: secondo i rumors raccolti da Adnkronos e Rai News24, sul piatto i renziani chiedono un ripensamento sul tema prescrizione e lo sblocco finalmente di quel “piano shock fiscale” per gli investimenti da lanciare nei prossimi mesi come fonte primaria di ricostruzione del Paese.
Tutto però passa dal voto di domani mattina con il Guardasigilli che rischia e con esso l’intero Governo, come ribadito da dem e grillini praticamente in coro: «Cosa abbia fatto cambiare idea a Bonafede nel giro di 48 ore, questo lui non lo ha mai spiegato. Il suo silenzio è lo stesso di Di Maio e di Conte, sono ormai dei bambini presi a sberle», attacca su Huffington Post l’ex senatore M5s Gianluigi Paragone. Al netto di ciò, secondo l’ex giornalista de La Gabbia, alla fine Renzi non riuscirà a buttare giù il Governo «è innocuo, non avrà il coraggio di buttare giù l’esecutivo, è come un bullo che non ha mai fatto a sberle e i 5 Stelle sono poltronari, attaccati con il mastice alle poltrone».
DOMANI VOTO SFIDUCIA IN SENATO ALLE ORE 8.30
Pd e Movimento 5 Stelle lo hanno fatto capire chiaro e tondo, se domani passa la sfiducia a Bonafede sarà inevitabile crisi di Governo: sirene spiegate ora in tutta la maggioranza, mentre dal calendario del Senato emerge che la mozione di sfiducia al Guardasigilli sarà in votazione domani mattina alle ore 9.30. Il Centrodestra si è ritrovato oggi con Salvini, Meloni e Tajani per convergere su medesima strategia domani a Palazzo Madama ma anche l’altra firmataria della mozione anti-Bonafede, Emma Bonino, ha fatto sapere che non ritirerà la sua proposta solo per gli evidenti equilibri e interessi che gravitano dietro a Bonafede (la crisi di Governo appunto, ndr).
Nel frattempo, riporta l’Ansa, sarebbe in corso una fitta trattativa a Palazzo Chigi tra il Premier Giuseppe Conte e il board di Italia Viva (in particolare Maria Elena Boschi, ndr) per trovare una linea comune in modo da evitare una crisi di Governo nel pieno della delicatissima fase 2 sull’emergenza coronavirus. Nel frattempo il Movimento 5 Stelle, dopo le parole di Crimi, fa quadrato sul proprio Ministero della Giustizia: ecco su Twitter quanto appena scritto dal Sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano «Sfiduciare Bonafede, tra i migliori ministri della giustizia di sempre nonché capo delegazione M5S, primo partito di maggioranza, significa sfiduciare il Governo. Stanca vedere Italia Viva impegnata in ricerca visibilità mentre il resto del Governo lavora per superare la crisi».
DELRIO “SE PASSA SFIDUCIA È CRISI DI GOVERNO”
Dopo Vito Crimi, leader pro-tempore M5s, anche Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, lancia un avvertimento ai benzinai. «Se passa una mozione di sfiducia a Bonafede si apre una vera crisi, non c’è dubbio. Non si può pensare che con il ministro della Giustizia, capo del principale partito in Parlamento, la cosa si risolve con una pacca sulla spalla». Ne ha parlato a Un Giorno da pecora su Radio1, commentando il fatto che Italia Viva non abbia ancora sciolto la riserva su come voterà domani al Senato. «IV? Possono recitare la preghiera “non ci indurre in tentazione”, il “Padre Nostro”, è una preghiera comune. Spero non si facciano tentare da una sfiducia, non avrebbe un significato per il Paese in un momento così difficile. Ma sono sereno, confido tutto si sistemerà dopo l’intervento del ministro».
Chi conferma la sua sfiducia al ministro è Emma Bonino, leader di +Europa a Omnibus su La7: «Nonostante non sia brava nei giochi di palazzo, non sono una marziana e quindi capisco cosa bolle in pentola ma non mi interessa. Ritengo piuttosto che il punto sia che il ministro Bonafede non è all’altezza di una giustizia giusta per tutti e che la sua gestione della giustizia già malata rischi di portarci alla giustizia comatosa». (agg. di Silvana Palazzo)
VOTO MOZIONE SFIDUCIA BONAFEDE, IV DECISIVA
Il Governo Conte si gioca una buona fetta di “tenuta” nella giornata di domani quando al Senato si dovranno votare una doppia mozione di sfiducia contro il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: la prima, con esito quasi scontato, è quella presentata dal Centrodestra compatto (Lega-FdI-Forza Italia) che vedrà però i numeri della maggioranza di Governo, salvo sorprese, respingere in toto l’intenzione di sfiduciare il Guardasigilli. È la seconda mozione a preoccupare però Palazzo Chigi: Emma Bonino, con il supporto bipartisan di Richetti (Azione) e Schifani (Forza Italia) ne ha presentata una seconda di stampo “garantista” sempre sul medesimo argomento, ovvero la scarcerazione dei boss mafiosi dopo il maxi-caso Dap e le accuse del giudice Di Matteo di essere stato scartato alla guida delle carceri da Bonafede dopo “lamentele” degli stessi mafiosi ancora in galera.
Dopo la difesa in Aula la scorsa settimana, Bonafede tornerà ancora in Senato per dirimere la sua posizione e annunciare la sua totale estraneità alle vicende/accuse mosse contro di lui: «La trasparenza e la verità rappresentano sempre i migliori antidoti per dibattiti contaminati dalla menzogna e dalla malafede». Il problema è che il destino del Ministro grillino (capodelegazione M5s dopo l’addio di Di Maio) di fatto è legato a doppio filo a quello del Governo Conte: se dovesse cadere Bonafede i timori di una spaccatura interna sarebbero non solo fondati ma assai probabili.
BONAFEDE-SFIDUCIA, PROBLEMA DI NUMERI AL SENATO
Tutto questo perché il voto sulla mozione di sfiducia al Guardasigilli è legato ai 17 voti dei senatori di Italia Viva: con Pd e M5s che hanno fatto sapere di non avere dubbi su quale scelta prendere, i renziani si dicono assai più dubbiosi (contestarono apertamente Bonafede già sul tema prescrizione e Spazzacorrotti, ben prima dell’emergenza coronavirus) e vorrebbero avere delle garanzie in altri settori dell’agenda di Governo prima di prendere le “difese” di Bonafede. Per questo IV chiede un incontro tra oggi e domani con il Premier Conte per dirimere le prossime scelte, ma per il momento da Palazzo Chigi ancora nulla si è mosso: «Ascolteremo Bonafede. E’ evidente che noi abbiamo posizioni diverse, il giustizialismo non fa parte della nostra cultura politica. Nel mio gruppo ci sono spinte a sostenere la mozione della Bonino. Ci stiamo confrontando e domani ascolteremo il ministro e valuteremo» ha spiegato Teresa Bellanova ad Agorà questa mattina, ministro dell’Agricoltura ma anche capodelegazione di Italia Viva al Governo. Se i senatori di Italia viva voteranno a favore della sfiducia è impossibile o quasi che il Guardasigilli possa “salvarsi” e con esso però si potrebbe trascinare dietro l’intero Governo: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, con i 17 senatori renziani, arriverebbero a toccare quota 157, mentre la maggioranza orfana di Iv si fermerebbe a quota 144.
CAOS VOTO BONAFEDE, L’AUT-AUT DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Zingaretti, segretario Pd, ieri ha difeso Bonafede e lanciato “sfida” a Matteo Renzi per non fare cadere il Governo nel pieno dell’emergenza Covid-19: «non temo uno sgambetto di Renzi, noi siamo pronti a discutere di tutto, anche quello che non è per la giustizia, ma la mozione di sfiducia è totalmente strumentale e come tale va respinta». Nel Governo ci vogliono «meno polemiche, le persone vogliono soluzioni. Si possono avere idee diverse, esprimerle per costruire soluzioni, ma le polemiche non servono a niente» ha concluso il Governatore del Lazio. Molto più netto Vito Crimi, leader pro-tempore del M5s e intenzionato a difendere Bonafede senza se e senza ma: «Sono convinto che la maggioranza voterà compatta. Il ministro della Giustizia è il capodelegazione di M5S al governo ed è un ministro importante, se qualcuno nella maggioranza vota la sfiducia ovviamente è una sfiducia al governo, questo è evidente a tutti, ma sono convinto che non ci saranno sorprese». La “palla” passa ora a Renzi e Italia Viva che proveranno a coordinarsi tanto con le opposizioni (da +Europa fino al Cdx) quanto con il Governo, prima di prendere una scelta decisiva per le sorti del Conte-2.