L’annuncio dato dal Blog delle Stelle sul voto domani su piattaforma Rousseau per il mandato da consigliere comunale e le alleanze locali con i partiti sta letteralmente “spaccando” parte del M5s già in tensione per l’alleanza nazionale col Pd e il ruolo del Premier Conte sempre più distante dalla reggenza Di Maio-Crimi. La proposta lanciata dal M5s su Rousseau, se dovesse essere approvata dagli iscritti, di fatto consentirebbe a Virginia Raggi di ricandidarsi nel 2021 dopo che la notizia di ieri rilanciata dalla stessa sindaca di Roma vedeva per l’appunto l’intenzione di ripresentarsi alle Elezioni Comunali per il Campidoglio tra un anno: proprio la norma “ad hoc” studiata dal Movimento per consentire il via libera alla Raggi salvaguardando “la struttura” del vincolo al doppio mandato per tutti gli eletti pentastellati ha portato a diverse spaccature anche eccellenti all’interno del partito. Partiamo però dai fatti, ovvero dalla votazione prevista da domani mattina fino a giovedì alle ore 12: la base M5s è chiamata su due quesiti, uno relativo alla modifica del “mandato zero” per i consiglieri comunali e uno relativo alle alleanze delle liste del Movimento 5 Stelle a livello comunale con i partiti tradizionali. «Un iscritto può considerare il primo e/o l’unico mandato da consigliere comunale/ municipale e/o Presidente di Municipio come nullo al fine del conteggio dei due mandati», si legge nel primo quesito che sarà in votazione domani sulla piattaforma gestita dalla Casaleggio Associati. Virginia Raggi ha fatto il suo primo mandato da consigliere comunale tra il 2013 e il 2015, poi si è candidata per la seconda volta ed è stata eletta direttamente come sindaca.



M5S A ROMA SI SPACCA: E IL PD…

Davanti alle fortissime critiche politiche mosse dagli altri partiti (il Cdx in primis con Italia Viva, il Pd in maniera più velata), il leader reggente del M5s Vito Crimi ha spiegato sempre sul Blog delle Stelle che «un eventuale cambiamento non è da intendersi come una deroga o passo indietro sui nostri principi (per noi la politica sarà sempre essere al servizio dei cittadini e del Paese e non per se stessi), ma il riconoscimento di una realtà di fatto, che può aiutarci a crescere, maturare e migliorarci», con ulteriore giustificazione data qualche riga più sotto «con il tempo ci si è resi conto di quanto fosse difficile paragonare l’attività politica che si svolge in Parlamento e nei consigli regionali, a quella che si realizza in un consiglio comunale: qui il professionismo della politica è quasi inesistente e senza un puro, sincero, spirito di servizio, è difficile andare avanti». Durissime le prime reazioni del M5s romano con il fedelissimo della Raggi, Enrico Stefano (consigliere ed esponente del nucleo storico del Movimento a Roma) che si sfila da appoggiare la propria stessa sindaca: «sono contrario al Raggi bis. Perché?Vogliamo aprire una riflessione su questa regola? Sicuramente ce ne sarebbe bisogno, e io non sono una persona dogmatica ma assolutamente pratica. E sono d’accordo che debba essere rivista. Ma non a dieci mesi dalla tornata elettorale e quando si è coinvolti in prima persona. Sindaci che proposero la stessa cosa qualche anno fa furono cacciati dal MoVimento e accusati di poltronismo, mi chiedo, cosa è cambiato oggi?». Con meno parole ma con maggior peso politico visto il ruolo che ricopre (viceministro dello Sviluppo Economico) Stefano Buffagni scrive un post su Facebook che mostra la foto assieme di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo e lancia un messaggio molto chiaro (citando tra l’altro lo stesso fondatore scomparso) «Ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli». Una risposta evidente al messaggio “Daje” dell’ex leader Beppe Grillo lanciato ieri in sostegno alla notizia della ricandidatura di Virginia Raggi.

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