Il vulcano Fagradalsfjall e Keilir ha eruttato a 50 km a sudovest di Reykjavik, la capitale dell’Islanda. Il fenomeno, come riportato da Ansa, è avvenuto intorno alle 16.20 nei pressi di una piccola montagna chiamata Litli Hrutur. Nei giorni scorsi era stato previsto, in quanto in meno di una settimana l’Istituto competente aveva rilevato oltre 4.700 terremoti.
Lo sciame sismico si era intensificato proprio nelle scorse ore, quando c’erano state quindici scosse di entità superiore ai 4 gradi della scala Richter. I più intensi sono stati avvertiti dalla popolazione. La peggiore, di 4.8 gradi, è stata registrata nella mattinata del 5 luglio. Il magma che si sta accumulando secondo le ultime rilevazioni aveva ormai raggiunto i 500 m di profondità. L’eruzione, in queste condizioni, era inevitabile. “Alle 14:25 abbiamo iniziato a vedere turbolenze a Fagradalsfjall, e intorno alle 16:40 abbiamo potuto vedere il fumo salire sulle pendici settentrionali di Litla-Hrút”, ha dichiarato Kristín Elísa GuÐmundsdóttir, esperta dell’Ufficio meteorologico islandese, intervistata dall’emittente del servizio pubblico locale Rúv.
Vulcano erutta a 50 km da Reykjavik in Islanda: i precedenti
Il vulcano Fagradalsfjall e Keilir in Islanda è soltanto uno tra i cento attivi e inattivi presenti. L’eruzione attuale sta avvenendo a pochi chilometri di distanza dai siti di due precedenti eruzioni del 2021 e del 2022. Sebbene il sollevamento totale del terreno, misurato al momento a 3 cm, sia simile alle precedenti eruzioni, è stato però rilevato su un’area più ampia della penisola. In passato era stato più localizzato. La sensazione dei geologi islandesi è dunque che l’intrusione di magma sia più aggressiva.
Per il momento comunque la situazione è sotto controllo. I servizi di soccorso sono sul posto e hanno lanciato l’invito ai cittadini a non avvicinarsi alla zona pericolosa. Anche il traffico aereo, nonostante la copiosa emissione di ceneri, è rimasto invariato. Nel 2010, dopo l’eruzione del vulcano Eyjafjallajoekull, era stato invece bloccato.