Il suo nome non è così conosciuto, ma è una patologia sempre più comune tra le donne, con la massima incidenza registrata nella decade fra i 30 e i 40 anni e una percentuale di casi pari al 15%: si chiama vulvodinia, ed è una malattia dovuta alla crescita di piccole terminazioni nervose a livello vulvare in maniera disordinata. Si manifesta in seguito a un trauma, a una caduta o all’abuso di antibiotici, ma le persone di sesso femminile che ne sono affette non sono destinatarie di alcuna agevolazione da parte del Sistema Sanitario Nazionale e devono provvedere a loro spese alle cure, che spesso e volentieri hanno un mero effetto palliativo e consistono in farmaci antidepressivi. Al mese, i loro esborsi minimi si attestano a quota 500 euro: una vera e propria malattia di lusso, di cui si sa troppo poco. Eppure, dicevamo, non è così rara: ne soffre una donna su sette e coloro che ne accusano i sintomi sono costrette a un’esistenza complicata, nella quale i ritmi della quotidianità sono scanditi dal dolore fisico, a cui ci si deve adattare e provare a opporsi attraverso continui cambi di posizione o prestando massima attenzione a ciò che si mangia a tavola.



VULVODINIA, CHE COS’È: SINTOMI E PROBLEMI

Quali sintomi genera la vulvodinia? Essendo un disturbo che colpisce i nervi, occorre immaginarsi questi ultimi come una sorta di cavi elettrici che devono portare un segnale, una corrente. Ebbene, quando queste terminazioni perdono l’orientamento, trasmettono questo segnale senza ordine. Sono pertanto i nervi che impazziscono i responsabili del dolore, che si manifesta in diversi modi: da un semplice prurito a dei crampi, fino a una sensazione simile a quella generata da spilli conficcati costantemente dentro la carne. Non solo: c’è chi avverte scosse vere e proprie che, nel picco d’intensità, arrivano sino al cervello, accompagnate da un bruciore insopportabile. I problemi che questa malattia genera, sono moltissimi: si ha la sensazione di dover urinare ogni momento, il contatto con l’acqua (quella potabile durante la doccia o l’igiene intima e quella salata del mare) genera irritazione. I lunghi viaggi in auto o su altri mezzi sono improponibili, per non parlare dei rapporti sessuali (inclusi autoerotismo e rapporti orali), nei quali subentra la paura di avvertire il male. La prevenzione passa anche attraverso il cibo: sono banditi zuccheri, latte, lieviti, melanzane, patate, peperoni, carciofi, cioccolato e caffè.

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