In questi giorni sta entrando sempre più nel vivo la campagna elettorale nell’area Est della Germania – tra Sassonia, Turingia e Brandeburgo – in cui si stima che il partito fondato Sahra Wagenknecht (chiamato BSW) potrebbe ottenere un vero e proprio boom di voti, giocando – potenzialmente – un ruolo fondamentale nella formazione dei prossimi parlamenti regionali; e proprio su questa è tornata a riflettere la leader del neonato partito di estrema sinistra, collegando – ma ci arriveremo dopo – il suo appoggio alla posizione dei potenziali alleati rispetto alla guerra in Ucraina.



Prima di arrivare a quest’ultimo punto, vale la pena ricordare che Sahra Wagenknecht e il suo BSW sono una sorta di ‘new entry’ nella scena politica tedesca, riuscendo però ad attirare in poco tempo un buonissimo numero di consensi; tanto che oggi si stima che possano essere l’unico reale antidoto all’ascesa del partito di estrema destra AfD (ovvero Alternative für Deutschland).



A livello di sondaggi, nelle tre regioni tedesche che abbiamo citato poco fa, si stima qualcosa come il 15 o il 20% dei voti totali, addirittura superiori dell’11% stimato per i Verdi – attualmente in coalizione di maggioranza con il semaforo di Scholz -; così come l’AfD è dato al 18% e il maggioritario CDU/CSU resta ancorato al suo sempre stabile (ma non sufficiente per una maggioranza governativa) 30% dei consensi.

Sahra Wagenknecht: “Il governo federale sta trasformando la Germania in un paese belligerante”

Tornando al punto di questo articolo, ragionando sulle possibili coalizioni che si formeranno dopo il voto Sassonia, Turingia e Brandeburgo, Sahra Wagenknecht si è detta pronta a “partecipare solo ad un governo statale che assuma anche una chiara posizione politica nazionale a favore della diplomazia e contro la preparazione della guerra [in Ucraina]”.



Infatti, secondo la leader del BSW “la questione della pace è molto importante” e sono parecchi i cittadini “giustamente preoccupati perché il governo federale sta trasformando sempre più il nostro in un Paese belligerante” e – come se non bastasse – ad oggi “non sembra aver fatto alcuno sforzo per trovare soluzioni diplomatiche”; mentre dal conto suo Wagenknecht – che ovviamente si muoverà per una giusta pace e per la fine delle ostilità – ritiene anche che “la corsa agli armamenti sta consumando miliardi di euro che sono urgentemente necessari per scuole, ospedali, alloggi e pensioni più alte”.