Il programma di Rai Due I Fatti Vostri ha ospitato Walimohammad Atai, un ragazzo afgano che è riuscito a sfuggire al martirio talebano e quindi a morte certa. “A 8 anni mia mamma mi mandò in una scuola che durante la guerra fredda era finanziata dagli stati uniti, voleva che vendicassi i suoi fratelli uccisi dai sovietici negli anni ’80. In questa scuola i libri di testo erano pieni di immagini violente e immagini jihadiste. Quando si arriva in questo centro di addestramento ai bimbi vengono iniettate delle sostanze di colore giallo per fargli perdere la loro testa, diventano dei robot e accettano tutto ciò che gli viene detto dai terroristi. Gli fanno vedere dei filmati di persone che sgozzano con le spade. L’alfabeto si impara con B, Bomba, K, Kalashnikov… è un lavaggio del cervello”.



A salvare Walimohammad Atai è stata la nonna materna: “Mio zio talebano fu ucciso dall’esercito afghano e durante il funerale conobbi la mia nonna materna, se non ci fosse state lei avrei fatto il kamikaze come hanno fatto molti miei amici: quando entri in questi centri non esistono possibilità che rimani vivo. La nostra società è di totale buio, l’istruzione e le donne sono considerate il peggior nemico del fondamentalismo. Le donne vengono rinchiuse fra le mura di casa: quando le donne sono ignoranti non posso crescere bene i propri figli e quando i figli sono ignoranti diventano preda dei terroristi”.



WALIMOHAMMAD ATAI: “MIA MAMMA VOLEVA VENDICARE I SUOI FRATELLI UCCISI”

Poi ha continuato: “Due miei zii furono uccisi da sovietici durante l’invasione dell’Afghanistan. Mia mamma era molto arrabbiata quindi per lei era giusto uccidere invasori e infedeli, era disposta a sacrificarmi e non era l’unica che lo ha fatto, tante mamme lo hanno fatto. I terroristi fanno il lavaggio del cervello alle persone, non c’è la tv ma la radio 24 ore su 24 che parla di violenza. Per mia mamma era giustissimo diventare il kamikaze perchè avrei assicurato un posto in paradiso a me e alla mia famiglia, i terroristi rilasciano una chiave che viene considerata la porta del paradiso alle famiglie dei kamikaze”.



Ad un certo punto Walimohammad Atai è riuscito a fuggire dall’Afghanistan: “I talebani volevano uccidermi perchè insegnavo il cristianesimo ai bambini, mia nonna mi ha portato in Iran dove sono stato incarcerato per sette mesi perchè pensavano fossi una spia”. In seguito è finalmente arrivato in Italia “Mettendomi un sacco nero in testa per evitare che i cani mi fiutassero, ho viaggiato 24 ore in un camion”. Ed ora Walimohammad Atai fa “L’educatore professionale pedagogico per presentare la vera cultura afgana, a febbraio finirò la laurea magistrale in scienze politiche”.