Kyle Walker ci ricasca: il terzino del Manchester City è stato di nuovo beccato a violare la quarantena, questa volta ben tre volte e in meno di 24 ore. Walker, che già nei giorni scorsi aveva violato le norme imposte dal governo britannico per il lockdown e distanziamento sociale in seguito dell’avvento della pandemia da coronavirus, per prendere parte a un festino hot, dunque è di nuovo nel mirino per il suo comportamento irresponsabile. Ma questa volta è assai probabile che oltre a una multa salata dal City arriverà pure una visita da parte delle forze dell’ordine, o almeno è questa l’ipotesi riportata dal The Sun, che ha raccontato a tinte forti la vicenda, dove il giocatore è stato per l’ennesima volta bollato come “covidiota”.



Secondo quanto riportato dal tabloid inglese, con tanto di foto, Walker mercoledì scorso è andato a trovare sua sorella Laura a Rotherham (a circa 70 km dalla sua abitazione) dove ha preso parte a una festa di compleanno e di seguito sarebbe andato a trovare i genitori a Sheffield prima di tornare a casa. Ma non solo perchè la mattina seguente il giocatore del Manchester City è andato a casa di un amico per allenarsi assieme in bicicletta.



WALKER VIOLA LA QUARANTENA: LA REAZIONE DEL GIOCATORE

In seguito l’articolo apparso, ecco che pure non è mancata la riposta dello stesso Walker che si è infuriato principalmente per la violazione. della privacy propria e di quella della sua famiglia. Il giocatore del Manchester City, riportando l’accaduto ha poi scritto su Twitter: “Di recente ho attraversato uno dei periodi più difficili della mia vita, di cui mi assumo la piena responsabilità. Tuttavia, ora mi sento come molestato”. Precisando poi i vari episodi (e le violazioni al regime di quarantena) ha aggiunto: “Che cosa hanno fatto i miei genitori e mia sorella per meritare che la loro privacy venisse invasa dai fotografi che mi seguivano fino alle loro case? Mi sento costantemente seguito”. Nel lungo messaggio Walker insiste sul fatto che la polemica e le reazioni conseguenti sui media e non solo, sia sproporzionata e che la sua famiglia stia uscendo distrutta da questo assedio mediatico: “In un momento in cui l’attenzione è comprensibilmente focalizzata su Covid-19, a che punto viene presa in considerazione la salute mentale, una malattia che colpisce ogni persona in modo diverso?”. “È triste, ma sento come se la mia vita venisse messa sotto esame senza alcun motivo. Capisco se le persone sono deluse o arrabbiate con me, ma è importante che le persone comprendano meglio la mia vita” le ultime parole del giocatore.