Walmart, colosso statunitense proprietario dell’omonima catena di negozi al dettaglio, ha discriminato e licenziato una propria impiegata affetta da sindrome di Down e, per questo motivo, è stata condannata dalla giuria della corte federale del Wisconsin a una sanzione pecuniaria pari a 125 milioni di dollari. A riportare la notizia è stato il quotidiano britannico “The Guardian”, che spiega come la donna, di nome Marlo Spaeth, abbia iniziato a lavorare come addetta alle vendite nel 1999 e sia stata licenziata dal gigante della vendita al dettaglio nel 2015 per “eccessivo assenteismo”, malgrado le sue ripetute richieste a Walmart di ripristinare il suo normale orario di lavoro, che prevedeva lo svolgimento delle sue mansioni da mezzogiorno sino alle 4 del pomeriggio.



Tuttavia, nel novembre 2014 Walmart ha implementato un sistema di programmazione computerizzato e, in virtù di tale modifica, è stato richiesto alla dipendente di lavorare dalle 13 alle 17.30. Il nuovo orario ha però provocato difficoltà a Spaeth a causa della sua disabilità e, nonostante lei abbia lottato per reggere i nuovi ritmi richiesti dall’azienda, le sue condizioni di salute gliel’hanno impedito, in quanto i medici hanno stabilito che, se la donna non cena alla stessa ora ogni sera, rischia di ammalarsi seriamente.



WALMART LICENZIA E DISCRIMINA IMPIEGATA CON SINDROME DI DOWN: CONDANNATA

Come riporta “The Guardian”, Marlo Spaeth, affetta da sindrome di Down, ha chiesto che i suoi orari di inizio e di fine turno venissero adeguati alle sue esigenze, ma, per tutta risposta, Walmart l’ha licenziata nel luglio 2015. Anche se la lettera di licenziamento ricevuta da Spaeth diceva che poteva essere riassunta, l’azienda ha rifiutato di farlo quando lei ha presentato richiesta “a causa della sua disabilità”, secondo quanto scoperto dalla Equal Employment Opportunity Commission (EEOC).



Così, oltre ai 125 milioni di dollari di danni punitivi, la giuria ha assegnato a Spaeth un ulteriore riconoscimento economico di 150mila dollari di danni compensativi per dolore emotivo e angoscia mentale. Walmart, dal canto suo, ha dichiarato che il verdetto sarà ridotto a un massimo di 300mila dollari, che secondo la legge federale è il massimo legale per i danni punitivi e compensativi. Il suo portavoce, Randy Hargrove, ha sottolineato espressamente che la società sta esaminando le sue opzioni legali, poiché “le richieste dell’EEOC sono irragionevoli. Non tolleriamo discriminazioni di nessun tipo. Spesso regoliamo gli orari dei dipendenti per soddisfare le aspettative dei nostri clienti”.