Walter Chiari è il padre di Simone Annichiarico, nuovo concorrente di Tale e Quale Show 2024, ma è stato anche uno dei attore, comico, cabarettista e conduttore televisivo, tra i più amati e pagati della storia dello spettacolo. Talento straordinario, Walter Michele Armando Annicchiarico, nome d’arte Walter Chiari, è nato l’8 marzo del 1924 a Verona, ma è cresciuto a Milano. Una carriera straordinaria che l’ha portato a lavorare con i più grandi del cinema italiano, ma anche a condurre alcuni dei programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana. Sono ben 112 i film a cui partecipato: a cominciare da Vanità di Giorgio Pastina del 1946. Poco dopo arriva Luchino Visconti che lo volle fortemente nel film Bellissima arrivando a pagarlo 18 milioni delle vecchie come ha raccontato dalle pagine de La Repubblica il figlio Simone Annichiarico: “una fortuna. Mi raccontò che una volta gli fece fare un ciak 53 volte e lui vomitò”.



La grande popolarità arriva con la televisione con programmi cult come “Studio Uno” con Antonello Falqui regista, “Canzonissima” con Mina e Paolo Panelli e “Speciale per voi”. La sua carriera è stata segnata anche dall’arresto per detenzione e spaccio di droga: 98 giorni di carcere fino all’assoluzione.



Walter Chiari, il successo tra cinema e tv

Proprio Walter Chiari alcuni anni dopo la condanna dalle pagine del Corriere della Sera ammise: “cedetti anch’io al richiamo della droga. Ma non sono mai diventato un tossico né uno spacciatore”. Quell’accusa però segna la sua carriera visto che la Rai per 10 anni non lo volle più in alcun programma, ma quella “macchia” tornò prepotentemente alcuni anni dopo con una nuova accusa di commerciare cocaina. Nel 1968 torna al cinema con “Romance” di Massimo Mazzucco, una interpretazione che gli valse il Premio Pasinetti e il Ciak d’oro.



“Era un genio. Una testa eccezionale, divorava libri, giornali, con tutti i viziacci che aveva, manteneva una capacità di analisi rara. Sapeva resettarsi ogni volta. E tornava a essere Walter” – ha detto il figlio Simone Annichiarico che ricordando il padre ha confessato – “con lui imparavi tanto. Vedevi come si divertiva e avresti voluto essere come lui. Non ho avuto bisogno di ribellarmi all’autorità paterna, tra noi non c’era contrapposizione ma complicità. Non mi ha mai dato consigli sul mestiere da fare. Ma di sicuro avrebbe amato che diventassi un tennista. Sosteneva che l’ambiente del tennis è l’unico veramente sano”.