Walter Nudo: “Ero timido, lo sport mi ha trasformato”
Walter Nudo è ospite di “Generazione Z” da Monica Setta, dove parte raccontando gli inizi del suo lavoro: “Il periodo dell’Isola dei Famosi e Incantesimo è stato bello, facevo l’attore, il lavoro che ho sempre voluto fare, e lo facevo con grandi professionisti. Per me era un sogno che si realizzava”. Con uno sguardo al passo, l’attore ricorda: “Sono arrivato in Italia a otto anni dal Canada. Io non parlavo bene l’italiano, ero dislessico ed ero un po’ bullizzato. Era un periodo difficile, volevo tornare in Canada. Poi attraverso lo sport e il karate, ho avuto la possibile di trovare la mia confort zone. Ero cicciotello, avevo le spalle strette, ma lo sport mi ha trasformato quando ho capito che potevo cambiare il mondo dentro di me, facendo altre scelte”.
Nonostante sia considerato uno degli uomini più belli d’Italia, Walter Nudo spiega: “Sono una persona molto timida, sono introverso, sto sempre sul ‘Chi va là’. Questa cosa qui per un bambino bullizzato, dislessico e con difficoltà, non era il massimo, io stavo molto con me stesso. Il mio amico immaginario era Dio, parlavo con lui, nonostante la mia famiglia non fosse molto cattolica. In alcuni momenti ho pensavo che sarebbe stato meglio se la mia vita fosse terminata. Non c’è un episodio in particolare ma non mi sentivo accettato e capito, anche la mia famiglia lavorava molto. Avevo bisogno di affetto”.
Walter Nudo: “Ho fatto l’amore per la prima volta a diciannove anni”
Walter Nudo, ancora, racconta a “Generazione Z”: “Io sono andato a karate per difendermi dai bulli. Da quando non dovevo più difendermi, alcune situazioni si sono dileguate per conto loro. Questo mi ha dato la possibilità di credere di più in me quindi è aumentata l’autostima, ho cominciato a trasformare il mio corpo. Anche con le ragazze ho fatto tutto tardi, ho fatto l’amore per la prima volta a diciannove anni. Piano piano sono andato in America, mio fratello viveva a Los Angeles. Io quando avevo diciassette anni, andavo all’aeroporto e guardavo l’aereo partire e dicevo ‘Un giorno andrò a Los Angeles’ e così è stato. Quando siamo giovani abbiamo sogni così belli, ma i sogni vanno coltivati e creduti”.