La proposta di un lockdown duro fino ad aprile e l’allarme gettato a mezzo stampa sulle varianti Covid-19 potrebbe costare il posto da consigliere al Ministero della Salute per Walter Ricciardi, entrato nella bufera politica e scientifica per le sue dichiarazioni ieri all’Ansa. Le divisioni interne al Governo sono subito “scattate” davanti agli allarmi di Ricciardi e le ordinanze “anti” sci del Ministro Roberto Speranza e su queste polemiche è lo stesso consigliere del Ministero a precisare la sua posizione nell’odierna intervista a Rai News24: «Chiedono le mie dimissioni? Queste sono considerazioni che lascio alla politica. Se posso essere utile al Paese con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e lo faccio anche in Italia: altrimenti mi faccio da parte».
Dalla Lega a Forza Italia, da Italia Viva ad alcuni membri del Pd, fino all’opposizione di Fratelli d’Italia e in ambito scientifico anche con diversi colleghi non concordi con l’analisi di Ricciardi: la possibilità di essere “licenziato” potrebbe essere discussa non appena il Governo entrerà pienamente in funzione (da giovedì, dopo la seconda e ultima fiducia alla Camera).
SCIENZA (E POLITICA) DIVISI SU RICCIARDI
Dopo le polemiche però Ricciardi non corregge il giro e ribadisce l’allarme sul tema varianti Covid: «C ‘è una situazione che epidemiologica oggi grave, ingravescente e incompatibile con gli assembramenti. E’ di fatto pericolosa per l’ arrivo di queste varianti che sono molto insidiose sia dal punto di vista della contagiosità che anche purtroppo della letalità. E sono pericolose anche per la capacità di sfuggire eventualmente al vaccino come nel caso della variante sudafricana per AstraZeneca». Il rialzo dei contagi potrebbe arrivare ai livelli del Regno Unito, conclude Walter Ricciardi, «1600 morti e decine di migliaia di casi, nonostante la più massiccia campagna di vaccinazione mai fatta in Europa. Questo significa che questa varianti sono veramente temibili, dobbiamo anticipare il virus e non inseguirlo».
La “ricetta” dell’ala rigorista nel Ministro della Salute (e nel Cts) è semplice: «chiusura mirata magari concentrata nel tempo per abbassare la curva epidemica al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti, ricominciare a testare a tracciare come fanno per esempio i neozelandesi, che hanno chiuso con tre casi. E poi vaccinare vaccinare vaccinare a tutto spiano». Tanto l’Iss quanto il Comitato Tecnico Scientifico ancora oggi hanno chiesto nei rispettivi report giornalieri un intervento immediato e urgente del Governo Draghi per imporre nuove misure anti-Covid fortemente limitative e senza alcun “rilascio”: ma non tutti gli scienziati si dicono concordi con questa analisi dell’attuale situazione epidemiologica.
Per il direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti «Se c’è bisogno di mettere un’area in zona rossa va fatto rapidamente, ma evitiamo di continuare a parlare di lockdown nazionale perché c’è qualcuno che è diventato un disco rotto. Non siamo alla soglia di un nuovo lockdown. Dobbiamo avere un po’ di pazienza e di ordine, e le boutade non aiutano. I numeri dicono che abbiamo il 5% dei positivi, le ospedalizzazioni sono calate e la situazione non è di emergenza». Anche il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia a Rai News esclude l’ipotesi del lockdown, «bastano chiusure mirate e chirurgiche dove se ne ravvisi la necessità. L’importante è applicare con rigore e severità le regole che già ci sono per guadagnare libertà progressiva, ed evitare le “montagne russe” dell’aprire e chiudere a fisarmonica». Con Ricciardi invece i virologi Crisanti e Massimo Galli oltre che la maggioranza del Cts e dell’Istituto Superiore di Sanità.