«La libertà è stata un’eccezione nella storia umana. La storia umana è fatta di imperatori, dittatori e figure autoritarie che incarnavano la decisione e il mito. La libertà e la democrazia sono una conquista della seconda metà del Novecento e ci siamo arrivati passando per i campi di sterminio e i gulag. Ora è tutto di nuovo in discussione»: così ha esordito Walter Veltroni ai microfoni di Oggi è un altro giorno.



Il politico è intervenuto nel salotto di Serena Bortone per presentare il suo ultimo libro, “La scelta”, ambientato durante il fascismo: «Mussolini godette di consenso popolare, Hitler andò al voto con il voto dei tedeschi e Stalin fu accompagnato dal consenso dei russi. In certi momenti della storia la libertà sembra un lusso e conviene affidarsi alla sbrigativa capacità di risolvere i problemi di un uomo solo. Ma senza la libertà la vita è invivibile».



WALTER VELTRONI SULLA CRISI IN UCRAINA

Nel corso del suo intervento, Walter Veltroni ha replicato così a chi dice che gli ucraini dovrebbero arrendersi: «Penso che se ci avesse detto la stessa cosa Roosevelt il destino dell’Italia e dell’Europa sarebbe stato un altro. Se non avesse mandato mezzi ed armi, il nostro destino sarebbe stato del tutto diverso. Questa è la prima guerra in Europa che vediamo così da vicino, credo che non ci si riesce a dare conto». «La guerra fa schifo sempre, in questa guerra però non ci può essere equidistanza. Bisogna che ci sia un’attiva mobilitazione per trovare la pace», ha proseguito Walter Veltroni sulla crisi in Ucraina: «Di quel popolo si era detto che non esisteva. Penso che Putin abbia fatto due-tre errori di valutazione: primo, che l’esercito ucraino si sarebbe consegnato. Secondo, che il popolo ucraino avrebbe accettato. Terzo, che la comunità internazionale si sarebbe limitata a qualche comunicato di sdegno. Non è successo niente di tutto ciò. Questo ancoraggio alla libertà è ancora molto forte. Gli ucraini stanno combattendo anche per noi. Bisogna sostenere un popolo aggredito: se gli ucraini si arrendono, non ci sarà la pace».

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