LA PROPOSTA DI ORBAN, IL CAOS A KIEV E LO SCONTRO A DISTANZA: COSA STA SUCCEDENDO (MENTRE LA GUERRA PROSEGUE)
La “tregua di Natale” tra Ucraina e Russia, salvo clamorosi e repentini colpi di scena, non ci sarà: lo scontro a distanza tra l’Ungheria di Orban e il Governo Zelensky non è si è affatto richiusa, nemmeno con le tentate “mediazioni” in corso a livello europeo e NATO. Gli incontri fra il Presidente ungherese e il Presidente eletto americano Donald Trump hanno dato il “là” al ciclo di telefonate e confronti con i vari attori internazionali decisivi nel conflitto ucraino: su tutti è però il dialogo avuto con Vladimir Putin al Cremlino ad aver agitato le acque a Kiev (e in UE).
La possibile trattativa di pace, anticipata da una iniziale tregua di Natale, ha visto Orban concordare con lo “zar”: così però come era successo dopo il colloquio più di un mese fa tra il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e Mosca, per il Presidente dell’Ucraina Zelensky la chiacchierata di Orban con Putin è stata tutt’altro che digerita. «Ci auguriamo tutti che almeno Orban non chiami Assad a Mosca per ascoltare anche lui le sue lezioni lunghe un’ora», ha inveito negli scorsi giorni il n.1 di Kiev. Da quella dichiarazione era poi stata Budapest a prendere le distanze, sottolineando come Zelensky avesse ampiamente rigettato la proposta di tregua di Natale co scambio di prigionieri fra Ucraina e Russia: all’annuncio di Orban era infine seguito la smentita della Presidenza ucraina, negando di aver discusso con l’Ungheria nel merito di un cessate il fuoco generale.
Sentito nelle scorse ore dai media nazionali, il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó è tornato sulla crisi diplomatica tra Budapest e Kiev attaccando duramente il comportamento di Zelensky in vista di una potenziale tregua di pace: «abbiamo richiesto una telefonata tra Orban e il Ministro degli Esteri ucraino, ma la richiesta è stata accolta con un rifiuto incivile». Secondo il capo degli Esteri ungherese, la posizione dell’Ucraina è un caso di fatto «senza precedenti» nella storia della diplomazia. Lo stesso Orban aveva criticato Zelensky sottolineando come lui in primi avesse «respinto ed escluso» la possibilità di un cessate il fuoco a Natale sui confini ancora purtroppo in guerra. La posizione di Kiev è altrettanto netta, rilevando come nuovamente «l’Ungheria non ha avvertito Kiev dei suoi scambi con Mosca».
IL GOVERNO TRUMP PUNTERÀ SULLA TREGUA DI PACE PROPOSTA DA ORBAN: L’ANNUNCIO DEL NUOVO CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE
Come ha detto lo stesso Zelensky nel dialogo a tre a Parigi con Trump e Macron, l’Ucraina può accettare una tregua solo con promesse chiare di ingresso nella NATO e ulteriore garanzie geopolitiche. Nel frattempo però, intervistato dalla CBS nel programma della domenica “Face the Nation” con Margaret Brennan, ha parlato il nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale scelto dal Presidente Trump per il delicato ruolo dopo il giuramento del 20 gennaio 2025: il deputato repubblicano Michael Waltz considera la proposta ungherese sulla pace in Ucraina come un valido punto di partenza dal quale il tycoon prenderà spunto appena insediato alla Casa Bianca.
«Orban ha un buon rapporto con Trump», ha detto il neo-Consigliere, «questo sarà fondamentale per porre fine alla guerra in Ucraina» anche perché contemporaneamente i contatti tra Budapest e il Cremlino sono tutt’altro che raffreddati nonostante gli ultimi due anni di guerra. Pur evitando di rispondere nel merito – in quanto spetterà al Presidente eletto impostare una sua posizione formale sul tema delle guerre internazionali – Waltz ha sottolineato come lo scenario attuale è più vicino alle dinamiche della Prima Guerra Mondiale, dove un continuo «tritacarne di esseri umani» si apre in vari parti del globo. Per questo occorre sfruttare appena possibile i (pochi) appigli di una tregua, non sprecando le occasioni e provando a parlare con tutti: «si sta parlando, ovviamente, continueremo a parlare, e il presidente Trump ha chiarito che vuole che questa guerra finisca», ha detto il prossimo Consigliere per la Sicurezza Nazionale in merito al dialogo tra Trump e Orban per far arrivare un messaggio all’Ucraina (e alla Russia).