La vita di Waris Dirie, dalla cui vita è stato tratto il film Fiore del deserto, è una donna che ha avuto la sua rivincita grazie anche alla carriera di scrittrice. Alcuni dei libri da lei composti raccontano la sua vita e hanno avuto successo anche in Italia, editi da Garzanti. Tra questi c’è ovviamente Fiore del deserto dal quale è stato tratto il film, poi ha scritto anche Alba nel deserto, Figlie del dolore e Lettera a mia madre. Nata in Somalia, ma naturalizzata austriaca, è una classe 1965 che in vita sua ha fatto anche la modella. Splendida ed elegante ha vissuto la povertà, nata nel deserto da una famiglia nomade è riuscita a scappare da casa a quindici anni riuscendo a sfuggire a un matrimonio combinato con un uomo di 60 anni vedovo. Dopo aver fatto i lavori più umili è riuscita a cambiare la sua vita grazie alla sua voglia di fare e al talento. (agg. di Matteo Fantozzi)
Chi è Waris Dirie?
Di strada ne ha fatto davvero tanta Waris Dirie e non solo grazie alle passerelle che le hanno aperto le porte della moda. Il coraggio lo ha sfruttato appieno da piccolissima, quando a soli 4 o 5 anni viene infibulata. All’epoca, ricorda Il Giornale, nessuno aveva registrato la sua nascita e così sarà anche negli anni successivi. La modella somala parla per la prima volta del suo dramma grazie ad un’intervista a Marie Claire, senza seguire un accordo pregresso con la giornalista Laura Ziv. L’incubo di Waris tra l’altro è appena iniziato, svela ancora. Viene costretta infatti a sposare un uomo più grande e per questo decide di fuggire via, come viene raccontato nel film Fiore del deserto che andrà in onda su Canale 5 nella prima serata di oggi, domenica 28 luglio 2019. Una pellicola che nasce grazie all’ispirazione al libro omonimo che la modella pubblica nel 2008 e che parla anche del suo essere madre giovanissima, nel ’97, per poi farsi portavoce della battaglia Face to Face promossa dall’Onu per contrastare le mutilazioni ai genitali delle donne. E oggi che ha 53 anni, Waris sa bene che la lotta non è ancora terminata e forse non lo sarà mai. L’usanza è ancora in voga in diversi Paesi ed ha scelto di combattere al fianco delle tante compagne di disavventura del passato, presente e futuro, affiancando il ruolo di scrittrice a quello di modella.
Waris Dirie, un incubo racchiuso in un flashback
L’incubo di Waris Dirie è tutto racchiuso in quel flashback che il film Fiore del deserto racconta con dovizia di particolari. Prima del suo arrivo a Londra, passando per Mogadiscio, la futura modella è solo una delle tante nomadi del deserto. Diventerà agli occhi tutti una dea delle passerelle solo diversi anni più tardi, quando l’infibulazione subita per volere della madre è ancora nel suo vissuto quotidiano. Tutto merito di quegli scatti fotografici che la porteranno alla gloria, dopo aver vissuto diversi anni nelle famiglie londinesi in qualità di donna delle pulizie e domestica. “Si tratta del crimine più cinico commesso a danno delle ragazzine”, sottolinea durante un’intervista all’associazione Wüstenblume/Desert Flower di Vienna, tradotto dal sito Pressenza.com. “Le bambine vengono spezzate”, continua ancora, “distrutte a livello psicologico e sottomesse affinché funzionino secondo le ‘logiche’ della loro società d’origine”. Per certi versi infatti la madre di Waris non si chiederà in quegli anni se sta per compiere un orribile gesto oppure no. Per la sua cultura è l’unica via percorribile perché la sua bambina non diventi una reietta agli occhi della società. “Gli ostacoli principali sono la totale ignoranza dei diritti umani e la posizione catastrofica delle donne in questa società”, prosegue. Waris si augura che il futuro sia più roseo per tutte le donne, dalle più piccole alle più adulte. Un mondo fatto di scuola, un reddito autonomo, la possibilità di sfruttare la propria determinazione senza il rischio di essere gettate per strada quasi come fossero solo uno straccio di cui disfarsi.