Con ben 11 candidature Watchmen è la serie tv che ha ricevuto il maggior numero di riconoscimenti in vista della serata che assegnerà gli Emmy 2020 e che probabilmente raccoglierà in quell’occasione anche il maggior numero di vittorie. La miniserie HBO (in Italia i 9 episodi sono disponibili su Sky Go), tratta dal famoso fumetto ideato da Alan Moore e Dave Gibbons sul finire degli anni ’80, è stata scritta e prodotta da Damon Lindelof (Lost, Star Trek), in collaborazione con una squadra di autori e registi di altissimo livello.
Una buona fetta delle nomination conquistate va proprio agli autori: lo stesso Lindelof insieme a Cord Jefferson sono candidati per la “miglior sceneggiatura” (The Extraordinary Being), mentre altre tre candidature (su sei disponibili) vanno a Nicole Kassell, Steph Green e Stephen Williams per la “miglior regia” per i loro rispettivi episodi (It’s Summer and We’re Running Out of Ice, Little Fear of Lightning, This Extraordinary Being).
La storia è ambientata in un mondo molto simile a quello dei nostri giorni, dove la lotta tra il bene e il male continua senza esclusioni di colpi. La protagonista è Angela Abar, che sotto i panni di una donna che conduce un’esistenza all’apparenza normale cela l’identità di Sorella Notte, la supereroe alleata della polizia di Tulsa, in Oklahoma, in perenne lotta contro i suprematisti bianchi, ora riorganizzatisi nel Settimo Cavalleria.
Angela/Sorella Notte scoprirà – puntata dopo puntata – di essere una predestinata, perché è in realtà l’erede di una famiglia di supereroi fondata circa 100 anni prima dal nonno Will, noto alle cronache come Giustizia Mascherata, che aveva però perso ogni contatto con la sua famiglia.
Angela conduce una vita tranquilla, con un marito, Calvin, e tre figli. Ma le vicende in rapida evoluzione richiederanno in continuazione l’uso dei suoi superpoteri. Nella storia irrompono – a uno a uno – i protagonisti del famoso fumetto. Il primo è Adrian Veidt, lo scienziato pazzo, che rivendica in ogni occasione di aver salvato l’umanità nel 1985, salvataggio che però provocò una catastrofe ambientale su New York, causando oltre 3 milioni di morti. Ora è costretto a vivere prigioniero su Europa, un satellite di Giove.
Poi arriva a Tulsa l’agente della FBI Laurie Blake, inviata per indagare su Angela, ma che altro non è che la Comica, ex fidanzata di Adrian e di Jon, una delle tante forme assunte dal dottor Manhattan. E alla fine è proprio lui a rivelarsi ad Angela. Il dottor Manhattan cambiò il corso della guerra in Vietnam, e tutti lo credevano in esilio su Marte, ma egli si è ben nascosto tra i personaggi della nostra storia.
Impossibile tentare di raccontare la trama – intricata, surreale, a tratti divertente – di Watchmen. Sicuramente ricca di allusioni, metafore, spunti di riflessione. A volte saggia, altre volte inconcludente. Ma anche irriverente, retorica, violenta, ma sempre dalla parte giusta, come diremmo oggi, sempre politically correct. Va solo aggiunto che il racconto è pervaso da un sottile filo di autoironia che rende Watchmen unica e gradevole.
Inutile dire che hanno ricevuto la nomination tutti gli interpreti dei ruoli principali, a cominciare dai due attori protagonisti. Ricevono infatti il prestigioso riconoscimento sia Regina King (un Oscar e un Golden Globe per Se la strada potesse parlare e due Emmy per American Crime e uno per Seven Seconds) che interpreta Angela/Sorella Notte, sia Jeremy Irons (un Oscar per Il mistero von Bulow, Mission, I Borgia) per la sua splendida interpretazione del pazzoide Adrian Veidt.
Ma raggiungono la candidatura nelle categorie “attori non protagonisti” anche gli altri nostri supereroi. Tra le donne prevale Jean Smart (numerosi Emmy già conquistati per Frasier, 24, Samantha chi?) che interpreta l’agente FBI Laurie Blake. Tra i maschi “non protagonisti” la serie tv porta via la metà dei posti disponibili, ben 3 su 6. Nomination per il nonno Will a Louis Gossett Jr. (oltre 50 film, Oscar nel 1983 per Ufficiale e Gentiluomo), per il marito Calvin Abar (che si rivelerà poi essere una versione del dottor Manhattan), interpretato da Yahya Abdul-Mateen II (The Get Down, Baywatch, Aquaman) e infine per Jovan Adepo, per la versione azzurra e bionica dello stesso dottor Manhattan.
Dunque è molto probabile che questa sarà la serie tv che riceverà più riconoscimenti durante la notte degli Emmy. Possiamo aggiungere, con merito. Motivo in più per guardarla o riguardarla.
Sappiamo per certo che la seconda stagione non ci sarà, mentre non sappiamo cosa invece faranno in futuro i nostri supereroi, e la cosa ha evidentemente una certa importanza, visto e considerato che di superpoteri il mondo – per salvarsi – ne avrà sempre un impellente bisogno.