Manfred Weber, capogruppo del Partito Popolare Europeo, è stato intervistato da Repubblica e ha parlato della necessità che le istituzioni europee supportino finanziariamente l’Italia. Il motivo è semplice: per usare le sue parole, un’eventuale uscita del nostro Paese dall’Unione Europea “sarebbe ancora peggio di una Brexit, sarebbe la fine dell’Ue”. Il tema dunque è piuttosto importante, ma Weber lo ha affrontato da due angolazioni diverse: la prima e più importante è chiaramente quella degli aiuti all’Italia in epoca da Coronavirus. Naturalmente si tratta di un argomento del quale si era già parlato, quello di un Paese che più di altri ha subito la gravissima ondata di Covid-19 e in poco tempo si è trovata con strutture sanitarie al collasso, decine di migliaia di morti e situazioni economiche insostenibili, con un lockdown di oltre due mesi che ha portato varie imprese e aziende a chiudere o mettere i suoi dipendenti in cassa integrazione. Per non parlare poi di altri settori, come il turismo.
WEBER: “RISCHIO ITALEXIT MA SERVONO CONTROLLI SUI FONDI”
Ecco: da questo punto di vista Weber si augura che gli aiuti da parte dell’Unione Europea arrivino, ma poi ha chiarito anche il secondo aspetto: “Non deve accadere che Paesi come l’Italia o la Spagna utilizzino gli aiuti miliardari del fondo per la ricostruzione per tappare i buchi di bilancio o pagare le pensioni”. I fondi europei devono essere utilizzati in maniera corretta: perché si arrivi a questo occorrerà, come ha detto il capogruppo del PPE, che vi siano dei controlli rigorosi, e nel concreto Weber ha parlato di progetti Ue chiaramente definiti e un rafforzamento delle strutture europee di vigilanza. “E’ importante che anche il Fondo per la ricostruzione sia controllato e approvato dal Parlamento europeo” si legge ancora nell’intervista, e poi a operare i controlli dovrà anche essere ogni singolo consiglio comunale, ogni Parlamento regionale e il Bundestag, che dovranno avere il diritto di verificare.
Non solo, Weber è andato oltre prospettando una verifica diretta da parte della Corte dei Conti europea, la Commissione e il Parlamento: secondo il capogruppo del Partito Popolare Europeo infatti questi organi dovranno avere la possibilità di effettuare una verifica diretta, e di conseguenza “andrebbe loro consentito di accedere alle prenotazioni dei vari Paesi per l’utilizzo dei miliardi provenienti dal fondo per la ricostruzione”. Questo sarebbe un sistema per evitare che l’Unione Europea, per operare i suoi controlli, si debba basare esclusivamente sui dati mensili che sono a disposizione di ogni Paese. Le misure di controllo stringenti che sono state prospettate da Weber saranno messe in atto a livello europeo?