COSA SUCCEDERÀ DOPO I RISULTATI DELLE EUROPEE 2024: LO SCENARIO DEL PPE DI WEBER, DA MELONI AI SOCIALISTI
Non è affatto scontato immaginare cosa potrà avvenire dopo il voto delle Elezioni Europee 2024, anche perché dipenderà molto dai risultati e dalle alleanze che potranno scattare in Parlamento Ue: ne ha parlato con il “Messaggero” anche il presidente del PPE Manfred Weber, provando a chiarire chi possa rientrare in una larga coalizione in Ue (Meloni e Conservatori) e chi invece viene ritenuto ancora lontano dai valori del Partito Popolare (leggasi Le Pen e Lega). È campagna elettorale e come tale le considerazioni politiche si mescolano ai messaggi da dare agli elettori, tra cui appunto l’input all’area popolare di Centrodestra per riconfermare il PPE come prima lista anche nelle Europee 2024.
Economia, sicurezza e blocco dell’immigrazione clandestina sono le tre priorità secondo il PPE ed è su questo che insiste il leader tedesco nel riconfermare le candidatura di Von der Leyen alla Commissione Ue e Metsola al Parlamento Europeo: il problema è che capire i contorni della maggioranza e su questo Weber conferma la linea della sua “Spitzenkandidat”. «Sempre aperti ai partiti democratici pro-europei, pro-ucraini e pro-stato di diritto»: a domanda secca nell’intervista di una possibile presenza di Giorgia Meloni nella maggioranza da dopo giugno, Weber si limita a sottolineare come la condizione per i Conservatori-ECR sia la medesima per le altre liste potenziali, ovvero i tre criteri di «Pro-Ucraina, pro-Stato di diritto e pro-Europa».
In questo senso, il Presiente PPE taglia fuori il gruppo degli identitari-ID, ovvero Lega e Rassemblement National, nonostante la cacciata dall’Afd tedesco: «Le Pen e Salvini hanno reso forte l’Afd perché negli ultimi anni hanno sempre collaborato con esso dandogli una parvenza di riconoscimento a livello europeo». L’invito di Weber è per non votare né la Lega né Le Pen, in quanto sarebbero «voti inutili, non hanno influenza in Europa»; nel duro attacco ai colleghi dell’ID, il leader PPE aggiunge come la Lega sia isolata, «Le Pen è finanziata dalla Russia e Viktor Orbán dalla Cina». Una stoccata viene infine lanciata anche contro i socialisti che pure, secondo lo stesso Weber, dovranno essere i primi interlocutori assieme a Liberali e Conservatori per la prossima maggioranza: «il Pd ha votato contro il patto sull’immigrazione sostenuto per esempio da Meloni e Scholz, un ampio compromesso europeo». Per questo, sempre secondo Weber al “Messaggero”, i socialisti italiani hanno deciso di passare all’opposizione su tale decisione cruciale per l’Italia, ergo ora «Dipende da loro se sono disposti a sostenere i nostri contenuti».
GUERRA, SCUDO EUROPEO E DEBITO COMUNE: COSA HA DETTO IL PRESIDENTE DEL PPE
Contro i popolismi e gli egoismi, l’appoggio di Weber in Italia è ovviamente per Forza Italia di Antonio Tajani, considerato anche figura chiave nella diplomazia europee per i tanti focolai di guerra presenti alle porte dell’Europa. Fornitura armi e sostegno finanziario all’Ucraina, progetto di due popoli-due Stati in Palestina e infine un dialogo a distanza con la Cina senza però creare «un nuovo ordine economico mondiale a spese dell’Europa e dell’intero Occidente». Secondo Manfred Weber serve costruire un’Ue con voce unica sui grandi temi del futuro, a cominciare da quello della difesa dove il Partito Popolare Europeo propone lo scudo aereo europeo comune (European Sky Shield Initiative – ESSI): «questo deve diventare una vera e propria iniziativa dell’Ue, La protezione dagli attacchi missilistici è fondamentale per la nostra sicurezza e non può essere rimandata». Uno scudo di difesa da aggiungere a quello “democratico” invocato dalla leader PPE Von der Leyen contro propaganda e fake news-AI.
Capitolo finale che recuperiamo dalla lunga chiacchierata di Weber con i colleghi del Messaggero riguarda quanto da poco confermato dalla stessa Ursula Von der Leyen in campagna elettorale, ovvero l’apertura sostanziale allo strumento di debito comune come il Next Generation Eu: «Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF) è nato grazie al Ppe. Antonio Tajani, Angela Merkel e Ursula von der Leyen hanno svolto un ruolo fondamentale». Secondo Weber, il Recovery Fund va rinnovato anche dopo le Europee per aggiornare sulle istanze economiche urgenti di tutta l’Unione, anche se ammette: «prima di avviare una nuova discussione su uno strumento simile, dobbiamo valutare a fondo i punti di forza e di debolezza dello strumento in Europa e continueremo questa discussione nei prossimi mesi».