Harvey Weinstein, produttore cinematografico noto per le accuse di violenza sessuale ai danni di giovani attrici, è stato ricoverato a New York. Come riferito dal suo avvocato Arthur Aidala, l’uomo si trova in questo momento all’ospedale Bellevue, dove è stato sottoposto a una serie di esami medici, come spiega TgCom24. L’ex “re di Hollywood” era tornato proprio a New York dopo la sentenza di pochi giorni fa della Corte d’Appello, che annullava la sua condanna per stupro. Come deciso però da un tribunale della Grande Mela, si dovrà tenere un nuovo processo nell’ambito della vicenda “Me too“.
Weinstein è stato ricoverato al Bellevue Hospital di Manhattan per accertamenti dopo essere arrivato in carcere, a New York, venerdì. Il legale, ancora, ha spiegato: “Sembra che abbia bisogno di molto aiuto, fisicamente, ha molti problemi. Gli stanno facendo tutti i tipi di esami. È un po’ un disastro dal punto di vista della salute”.
Weinstein, sentenza revocata: ecco perché
Solo pochi giorni fa, la condanna di Weinstein per reati sessuali è stata annullata. Il produttore cinematografico statunitense era stato condannato a 23 anni di carcere in seguito alle accuse di violenza sessuale che avevano scatenato il movimento del “Me Too” nel 2020. Ma perché la sentenza è stata annullata? Le accuse erano arrivate dall’assistente Miriam Hailey e dall’aspirante attrice Jessica Mann: per queste Weinstein era stato condannato rispettivamente a 20 e 3 anni. Altre tre donne, però, erano state chiamate in aula a testimoniare per dimostrare un comportamento reiterato: questo è previsto da una legge statunitense.
Come spiegato però dai membri della Corte d’Appello di New York, si tratterebbe di un errore perché “nel sistema di giustizia degli Usa l’accusato ha diritto a rispondere solo del crimine per il quale è stato incriminato”: dunque è stato disposto che la condanna venisse revocata. Il procuratore di New York dovrà ora decidere se continuare con un nuovo processo. Sul produttore cinematografico pende anche un’altra condanna a 16 anni per molestie e stupri emessa dal tribunale di Los Angeles nel 2016.