Mina Welby e Marco Cappato assolti per la morte di Davide Trentini: “il fatto non sussiste”. Lo stesso pm Marco Mansi, quando aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di carcere per i due imputati, accusati di aver aiutato il malato di sclerosi multipla ad andare in Svizzera a morire col suicidio assistito, aveva precisato come riportato da Repubblica: “Chiedo la condanna ma con tutte le attenuanti generiche e ai minimi di legge. Il reato di aiuto al suicidio sussiste, ma credo ai loro nobili intenti”. Il pubblico ministero ha parlato di “un atto nell’interesse di Davide Trentini, a cui mancano i presupposti che lo rendano lecito”. Li ritiene colpevoli, ma “meritevoli di alcune attenuanti che in coscienza non mi sento di negare”. Parole pesanti quelle del pm visto che in Italia manca ancora una legge sul tema.
Marco Cappato dal canto suo prima che la Corte d’Assise si ritirare in Camera di consiglio per la sentenza aveva dichiarato: “Abbiamo fornito un aiuto innegabile in assenza di qualunque parametro di legge. Abbiamo aiutato Trentini in base ad un dovere morale e lo rifarei esattamente nello stesso modo”. Poi aveva ricordato che altre persone si sono recate in Svizzera per il suicidio assistito, ma nessun processo è stato aperto: “Quelle persone non hanno avuto bisogno di noi, perché avevano i soldi per farlo e chi li trasportava. Ma questo non può essere il discrimine tra malati che soffrono”. (agg. di Silvana Palazzo)
DAVIDE TRENTINI, OGGI SENTENZA PER WELBY E CAPPATO
Mina Welby rischia 3 anni e 4 mesi di carcere per aver aiutato Davide Trentini, malato di sclerosi multipla, a morire in Svizzera. Questa l’accusa per la quale il pm ha chiesto questa condanna. “Soffriva troppo, non ne poteva più della malattia, della sclerosi multipla che lo consumava, lo umiliava da più di vent’anni”, spiega Mina Welby a Repubblica in attesa della sentenza. Oggi infatti al Tribunale di Massa è attesa la sentenza per la morte del 53enne, avvenuta in Svizzera nel 2017 tramite il suicidio assistito. Il pm aveva chiesto un rinvio per nuove prove, ma non è stato concesso. Poco dopo le 16 la notizia della richiesta di condanna per lei e Marco Cappato. Quest’ultimo sui social ha commentato la notizia: “Attendiamo la sentenza con rispetto, qualunque sia l’esito. Ma rifarei esattamente quello che ho fatto per aiutare Davide a morire senza soffrire”. Non si è pentita neppure Mina Welby: “Io sono religiosa, cattolica e per questo l’ho aiutato, l’ho accompagnato oltre confine, gli sono stata accanto fino all’ultimo. E lo rifarei”.
TRENTINI SCRISSE “SPERO ITALIA DIVENTI CIVILE”
Mina Welby e Marco Cappato rischiano il carcere perché il Parlamento non è stato ancora in grado di approvare una legge sull’eutanasia, nonostante la Corte Costituzionale abbia più volte invitato a farlo in seguito al processo per la morte di Dj Fabo, per il quale sono stati entrambi assolti. Ma il caso di Davide Trentini è diverso, in quanto non aveva bisogno di sostegni vitali e quindi il caso non rientra in quelli previsti dalla Consulta in cui non è reato aiutare. A Repubblica Mina Welby oggi ricorda l’ultimo giorno di Davide Trentini in Svizzera. Gli rimase accanto mentre gli mettevano la flebo. “L’ho visto addormentarsi per sempre. Sereno. Il giorno dopo siamo andati dai carabinieri ad autodenunciarci”. Invece Davide Trentini lasciò una lettera all’Italia: “Spero tanto diventi un Paese più civile, facendo finalmente una legge che permetta di porre fine a sofferenze enormi, senza fine, senza rimedio, a casa propria, vicino ai propri cari, senza dover andare all’estero, con tutte le difficoltà del caso, senza spese eccessive”. Ma non lo siamo ancora.