Si è parlato molto spesso di pensione di cittadinanza e reddito di cittadinanza, ma soprattutto di pensioni minime e pensioni di anzianità. Sappiamo che il governo è impegnato nella riforma pensioni 2023, ma abbiamo la certezza che ormai la legge strutturale sia ad un punto di stallo.

E conosciamo la situazione italiana per cui comprendiamo bene che il sistema previdenziale odierno, ma anche quello che sta per essere ridisegnato ha bisogno di correttivi. Alcuni di questi possono essere costituiti dalle pensioni di anzianità che prevedano determinati sussidi.



Welfare anziani: le novità dal 2024

Dal 31 gennaio 2024, verrà introdotta in via sperimentale e progressiva una prestazione universale per la popolazione anziana non autosufficiente che garantirà servizi socioassistenziali a domicilio ma anche erogazioni monetarie. Un vero e proprio welfare anziani insomma. A prevedere questa importante novità sono stati i decreti legislativi delegati imposti dal Ddl anziani, la legge delega al governo (legge 33/2023) approdata nella Gazzetta ufficiale n. 76 del 30/03/23.



e dunque la legge delega e la riforma fiscale varata dal governo che ha recentemente concluso il suo iter ma dovrà trovare applicazione attraverso una serie di decreti attuativi, prevede anche in via sperimentale e via via, se tutto dovesse essere sostenibile, una legge che preveda anche un sussidio domiciliare ed economico per i più deboli. Era questo uno degli obiettivi del PNRR, la missione n. 5 per essere precisi e che recava la “riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti”. La domanda è se e come troveranno le coperture e soprattutto se riusciranno a soddisfare il 100% della domanda della popolazione anziana non autosufficiente? Questo sarà sicuramente un punto essenziale per la legge di bilancio 2024 che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno fiscale 2023.



Welfare anziani: tutte le riforme introdotte dal Ddl anziani

Per adesso la legge delega fissa dei paletti ben precisi: il governo dovrà introdurre per le persone anziane non autosufficienti delle misure concernenti una prestazione universale graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale del beneficiario. La misura è oggetto di una specifica delega, e i dlgs di attuazione ne disporranno il finanziamento. Il sussidio, dunque, comprenderà servizi socioassistenziali domiciliari e di comunità rivolti alla non autosufficienza, ma anche erogazioni in denaro, comunque non inferiori all’eventuale indennità di accompagnamento già percepita dall’anziano.

Inoltre la popolazione anziana non autosufficiente sarà coordinata da una specifica governance nazionale delle politiche in favore di tale segmento. Saranno inoltre promosse nuove forme di coabitazione solidale e tra generazioni. L’Italia del futuro sarà all’insegna della solidarietà e del risparmio sociale: nasceranno condomini solidali e case famiglia. Altri interventi andranno invece nella direzione di sostenere i caregiver, figli e familiari sul cui aiuto si basa la sopravvivenza di molti anziani. La delega, più in generale, stabilisce il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio.

E così nascerà il Cipa (comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana) presieduto dal Presidente del consiglio o, su sua delega, dal ministro del Lavoro. Il CIPA avrà l’obbligo di redigere ogni 3 anni “il piano nazionale per la terza età” oltre che aggiornarlo ogni anno.

Nella scheda di presentazione diffusa ieri dal ministero del lavoro, sono poi espressi i dati sul contesto in cui la delega si troverà ad operare, dai quali emerge la sensibilità dell’intervento normativo. Il paese, infatti, è caratterizzato da un’età media vicina ai 46 anni ed è, in generale, popolato più da anziani che da giovani. Si prevede che entro il 2050 le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 34,9% del totale, mentre oggi sono già a quota 23,5%, mentre i minori di 14 anni rappresentano solo il 12,9%.