Il debito pubblico dell’Italia preoccupa l’Europa. Lo dimostra l’attenzione che la stampa estera riserva al tema. Infatti, il giornale tedesco Welt nella sua edizione odierna scrive che “il governo Meloni mette in agitazione gli investitori“. La nomina di Fabio Panetta a capo della Banca d’Italia, dopo l’esperienza nel Comitato esecutivo della Banca centrale europea, viene definita un “colpo di fortuna” per il nostro Paese, perché Bankitalia in futuro avrà un filo diretto con la Bce, peraltro in un momento in cui “i mercati cominciano a essere di nuovo nervosi quando guardano all’alto debito italiano“. La politica finanziaria del governo Meloni viene definita “meno solida del previsto” da Welt, che riporta i timori di Ombretta Signori di Ofi Invest Asset Management: “L’Italia rischia un declassamento al livello di spazzatura?“.



I premi per il rischio che gli investitori internazionali chiedono all’Italia sono aumentati bruscamente nelle ultime settimane. In ottobre hanno raggiunto un picco a breve termine: gli investitori hanno richiesto un tasso di interesse di poco superiore al 5% per le obbligazioni italiane con scadenza decennale. Welt fa notare che questo tasso di interesse era di poco più di 2 punti percentuali inferiore al massimo raggiunto durante la crisi dell’euro nel novembre 2011, quando gli investitori internazionali chiedevano all’Italia circa il 7%.



WELT BOCCIA POLITICA FINANZIARIA DEL GOVERNO

Welt riconosce che negli ultimi mesi i tassi di interesse di riferimento sono aumentati in tutta l’Eurozona. Ma l’indicatore che dimostra la considerazione dei mercati riguardo la pericolosità di un investimento in titolo di Stato italiani arriva dal confronto con i titoli tedeschi di pari scadenza, che sono invece considerati un investimento particolarmente sicuro. Lo spread, è attualmente di poco superiore a 1,90 punti percentuali, ovvero 190 punti base per i titoli con scadenza decennale. Premi di rischio superiori a 2 punti percentuali sono già considerati un segnale di allarme da alcuni economisti, mentre altri vedono la soglia solo a 2,5 o tre punti percentuali. Per Nicola Nobile, capo economista per l’Italia di Oxford Economics, “allo stato attuale delle cose, non ci aspettiamo una crisi del debito, ma ci sono abbastanza fattori che potrebbero scatenare un’ondata di acquisti di titoli italiani e spingere lo spread a livelli intorno al tre per cento. Sarebbe allarmante“.



Per questo il giornale tedesco spiega che non c’è stupore nel constatare la preoccupazione con cui i mercati guardano all’Italia. “Con il 140% del suo prodotto economico, il Paese ha un livello di indebitamento superiore alla media e paga per il servizio del debito più di qualsiasi altro Paese dell’Eurozona. Al momento non si intravedono miglioramenti: il debito è aumentato dall’inizio dell’anno. L’Italia ha il più grande deficit di bilancio dell’Eurozona e intende indebitarsi più del previsto nel prossimo anno. Il tutto in un contesto di tassi d’interesse in forte aumento“.

“ITALIA HA SFRUTTATO TASSI BASSI MA…”

A sorprendere il Welt è, anzi, il fatto che gli investitori siano rimasti relativamente calmi negli ultimi mesi e anni nonostante l’aumento dei tassi di interesse. Ma le ragioni di ciò sono due: i tassi di interesse sono aumentati rapidamente e bruscamente nell’attuale contesto di alta inflazione e l’Italia pagava ancora solo lo 0,4% di interessi sul debito decennale nel 2021. Da allora il tasso di interesse è aumentato di oltre 10 volte. Tuttavia, a differenza della Germania, rimarca il giornale tedesco, “l’Italia ha sfruttato i tassi d’interesse bassissimi degli ultimi anni per ristrutturare i prestiti esistenti su larga scala e prendere in prestito a lungo termine a tassi d’interesse molto bassi“. Carsten Brzeski, capo economista dell’Eurozona presso la banca ING, conferma che “il tasso di interesse effettivo che il governo italiano ha dovuto pagare sul suo debito esistente è stato del 2,8% nel 2022“. Inoltre, gran parte del debito pubblico italiano non è detenuto da banche nazionali o dalla Bce. Questo fornisce un’ulteriore stabilizzazione.

Eppure, la sostenibilità del debito dell’Italia è diventata improvvisamente un problema per i mercati. “I mercati dormono per molto tempo e poi reagiscono improvvisamente a fatti che sono noti da tempo. È per questo che la sostenibilità del debito continua a tornare in auge dalla crisi dell’euro. L’unica cosa è che non si può mai prevedere quando accadrà“, aggiunge Brzeski. Questa nuova attenzione è dovuta ad una serie di fattori che non riguardano sempre l’Italia. Ad esempio, i mercati sono scossi dall’annuncio della Fed e della Bce dell’intenzione di mantenere i tassi di interesse all’attuale livello elevato ancora per un po’ di tempo. A ciò si aggiunge il dibattito sul debito Usa. Quindi, il debito pubblico in generale è diventato improvvisamente un problema per i mercati. “La conseguenza per l’Italia è stata un aumento dei tassi di interesse“.

“ITALIA TOO BIG TO FAIL PER L’EUROZONA”

La scelta del governo Meloni di indebitarsi l’anno prossimo più del previsto e le sue previsioni di crescita ritenute troppo ottimistiche, spiega Welt, ha suscitato irritazione e fatto salire ulteriormente i premi di rischio per il debito pubblico italiano. I principali investitori guardano poi con preoccupazione al dibattito in Europa sulla riforma del Patto di stabilità, che rischia di tornare con le vecchie regole. Queste, però, richiederebbero una politica di bilancio più frugale di quella prevista dalla Meloni e dal suo governo. Il problema non è rappresentato dal braccio di ferro con Bruxelles, ma dal rischio di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo. In tal caso, l’Italia “probabilmente non potrebbe avvalersi del nuovo programma TPI della Bce“.

Si tratta del programma di acquisto di obbligazioni non usate, lanciato l’anno scorso e considerato un pacchetto di salvataggio per l’Italia in casi estremi. Questo perché l’Italia è “too big to fail” per l’Eurozona: non può e non deve fallire. La soluzione è una sola per il giornale tedesco, soprattutto considerando l’improbabilità di una crescita nei prossimi anni dell’economia italiana. “La Meloni dovrà quindi risparmiare e c’è da aspettarsi che gli altri governi dell’Eurozona facciano pressione sul primo ministro“. La manovra, comunque, viene bocciata in Europa. “È improbabile che il cambiamento di strategia porti benefici all’Italia. Gli Stati membri più conservatori probabilmente chiederanno limiti più severi per le nuove regole fiscali una volta che i piani di bilancio saranno noti“, conclude Nobile a Welt.