Una chat scioccante circolante fra gli studenti di una scuola media di Pogliano Milanese, è venuta a galla in queste ultime ore, e denunciata dai genitori. Il tutto è nato, come racconta l’edizione online de Il Corriere della Sera, dopo che un ragazzino di tredici ha deciso di creare un gruppo su WhatsApp con l’obiettivo di raggiungere un determinato numero di utenti: «Apriamo un gruppo WhatsApp e vediamo se riusciamo ad arrivare a cinquecento persone». Peccato però che nel giro di poche ore, con l’aggiunta di numerosi minorenni, il gruppo sia decisamente degenerato con fotomontaggi, immagini di natura pedopornografica, bestemmie, volgarità e molto altro. Sono circolate ad esempio meme di Hitler con la frase «Mi stai simpatico, ti faccio fare la doccia per primo», o ancora, battute non proprio simpatiche come «Non è stupro è sesso a sorpresa». Sconvolti gli abitanti del piccolo comune nell’hinterland milanese (la scuola non c’entra nulla, anzi, vieta assolutamente il telefonino in classe), ma purtroppo non sarà il primo caso e nemmeno l’ultimo.
POGLIANO MILANESE: SESSO E VIOLENZA NELLE CHAT: “REGALARE UN TELEFONO AD UN RAGAZZINO E’ UN FORTE RISCHIO”
«I telefonini vengono dati in mano ai ragazzini troppo presto, addirittura in quinta elementare o prima media, senza che i genitori li guidino man mano nell’utilizzo, verificando con loro i contenuti delle chat». La denuncia di Lisa Di Berardino, vicequestora della polizia postale e delle comunicazioni a Milano. «Si creano chat per tutto – prosegue – e contenuti inappropriati circolano molto spesso. Il rischio cresce man mano che diventano più estese e a maggior ragione se non c’è un amministratore unico». Simile il pensiero di Circo Cascone, procuratore capo dei minori di Milano: «Dare in mano a ragazzini di 12 o 13 anni un telefono e disinteressarsi dell’uso che ne fanno ha un rischio. Loro si ritrovano uno strumento che tecnicamente sanno governare alla perfezione, meglio di noi, ma sono incoscienti sui contenuti. Se i ragazzi entrano a contatto con certe immagini, man mano si assuefanno, il loro livello di accettazione si alza, diventa sempre più “normale” vedere certe cose senza prendere le distanze e riferire a un adulto». Va ricordato che l’uso delle app come Facebook, WhatsApp e Instagram, è vietato ai minori di 16 anni in tutta l’Unione Europea.