Willie Peyote infiamma i social network con la sua “Mai dire mai (La locura)”. Il cantante torinese ha fatto il suo esordio al Festival di Sanremo 2021 presentando il suo nuovo brano, che le canta proprio a tutti. E in molti hanno apprezzato l’introduzione al pezzo, che vede protagonista una citazione dell’amata serie televisiva “Boris”.
La canzone «parla di come ci siamo ormai abituati a mettere al primo posto il mero intrattenimento», ha spiegato recentemente Willie Peyote: «Il tentativo di creare discussione è anche un modo di dimostrare che amo anche la politica, discutere pubblicamente delle cose mi piace, ma non mi piace come viene gestita ultimamente». (Aggiornamento di MB)
Willie Peyote al Festival di Sanremo 2021
Guglielmo Bruno, in arte Willie Peyote, è uno dei 26 Big in gara al Festival di Sanremo 2021. Da dove viene il suo nome d’arte? Willie è il diminutivo di William, la traduzione inglese del suo nome Guglielmo, da qui il primo Willie che gli è venuto in mente è stato il personaggio dei Looney Tunes “Willie Coyote”. Ma perché cambiarlo in Peyote? “Io mi sono limitato ad aggiungerci la droga”, ha spiegato il cantante. Il peyote infatti è una pianta dagli effetti allucinogeni molto nota in America Latina. Per Willie Peyote è la prima volta sul palco dell’Ariston: “Perché ho deciso di partecipare a Sanremo non lo so ancora, lo scoprirò strada facendo. Quest’anno rappresenta un modo per ripartire, sarà un bel momento di condivisione”, ha detto a Tv Sorrisi e Canzoni. Si presenta con la canzone “Mai dire mai (La locura)”: “È un po’ diversa da quello che siamo abituati a sentire a Sanremo ed è un po’ diversa da quello che la gente è abituata a sentire da me, sarà inaspettata su ambo i fronti“.
Chi è Willie Peyote? La carriera…
Guglielmo Bruno, in arte Willie Peyote, nasce a Torino nel 1985. Suo padre è torinese e sua mamma è di Biella, e Guglielmo cresce in un paese della cintura torinese, Leinì, ma vive la città grazie ai nonni che abitano in uno dei quartieri della periferia, Barriera di Milano. Fin da bambino cresce con la musica perché suo padre era un musicista e Willie spesso lo seguiva in tourneé. Parte della sua famiglia è seguace dei Testimoni di Geova, mentre lui ha deciso di non farsi battezzare ed è ateo. Sulla sua infanzia sappiamo poco: ha vissuto per un periodo a Parigi all’età di 16 anni ma la sua educazione è “sabauda” come dice lui stesso. Willie Peyote è laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla rivolta di Los Angeles del 1992 come conseguenza del pestaggio di Rodney King da parte della polizia, e nelle sue canzoni troviamo molto di questa cultura, dall’impegno sociale ai diritti civili e la religione. La sua vita è cambiata per sempre nel novembre del 2014, quando dopo aver partecipato e vinto un concorso per songwriter, Genova x Voi. Tornato a Torino a metà mese si licenziò dal call center in cui lavorava.
Willie Peyote si sente un rapper anche se non ha lo stile classico del genere rap: “Un po’ mi offendo quando mi dicono che non lo sono: curo tantissimo la tecnica, l’originalità, il flow, e i miei colleghi rapper sanno perfettamente che sono uno di loro”. Si definisce: “nichilista, torinese e disoccupato perché dire rapper fa subito bimbomin*ia e dire cantautore fa subito festa dell’unità”. La sua carriera musicale comincia come bassista in un gruppo punk per poi passare all’hip hop. Diventa la voce dei Funk Shui Project per poi produrre il suo primo album da solista nel 2011, Il manuale del giovane nichilista ha partecipato al Premio Tenco e ha cantato un brano nell’antologia celebrativa di Fabrizio De André. Nel 2015 esce un’altro album Educazione sabauda con molti riferimenti a Torino e all’attualità politica e viene invitato anche da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Dopo alcune collaborazioni anche con i Subsonica, Willie Peyote pubblica il quinto album Iodegradabile nel 2019. A novembre 2020 esce il singolo La depressione è un periodo dell’anno che racconta con amarezza il periodo di difficoltà dovuto al Covid-19.