Omicidio Willy: nuova beffa sul risarcimento

Dopo la sentenza che ha condannato all’ergastolo i fratelli Marco e Gabriele Bianchi per l’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, emergono nuovi dettagli relativi al risarcimento. La Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, infatti, oltre alle condanne – tra cui quelle a 23 e 21 anni di carcere a carico di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia – ha stabilito come risarcimento, solo di provvisionali immediatamente esecutive, 550 mila euro ai genitori e alla sorella del 21enne. Ora però, come riferisce La Repubblica, arriva la beffa dal momento che i genitori della vittima sembrano essere destinati a non ricevere nulla. Sebbene i “gemelli” Bianchi prima del delitto avessero esternato sui social le loro presunte ricchezze, tra hotel di lusso e party esclusivi, in realtà risulterebbero nullatenenti. Addirittura, scrive il quotidiano, i genitori percepivano il Reddito di Cittadinanza prima che venisse loro tolto in seguito ai regolari controlli delle Fiamme Gialle.



A quanto pare la situazione non sarebbe molto differente anche per quanto riguarda gli altri due condannati, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Non avendo conti correnti importanti né proprietà, i quattro dovrebbero cavarsela senza dover provvedere ai risarcimenti. Nessuna grossa sorpresa per il legale di parte civile, l’avvocato Domenico Manzi che in merito all’ipotesi di fare causa, commenta: “Non risultano avere nulla e sarebbe difficile capire contro chi farla”. Da un punto di vista prettamente morale, non può non pesare il fatto che gli imputati in questi due anni non abbiano neppure avanzato un risarcimento morale alla famiglia di Willy. Quest’ultima potrebbe rivolgersi alla Corte europea chiedendo un risarcimento allo Stato italiano ma la strada non è semplice. “Valuteremo, vedremo bene cosa fare”, si è limitato a commentare l’avvocato Marzi.



Processo su omicidio Willy: le deposizioni choc

La questione “risarcimenti” non sarebbe la sola a far discutere dopo la sentenza del processo di primo grado per l’omicidio di Willy. Lo scorso sabato sono state trasmesse nel corso della trasmissione Un giorno in pretura, su Rai3, le deposizioni dei fratelli Bianchi, intervenuti durante il processo, e ripercorso le tappe salienti delle varie udienze. Quello che ne è emerso sono delle dichiarazioni choc dei fratelli condanna all’ergastolo. Deposizioni sconvolgenti durante le quali Gabriele dice, rivolgendosi al pm: “Lei non pensa che i colpi da me dati e da mio fratello per la nostra struttura fisica e la nostra esperienza… Non crede che Willy avrebbe avuto fratture del viso, il naso rotto, il labbro spaccato, la mandibola rotta se fosse stato vero che gli avessimo dato questi colpi?”. Sarà proprio il pubblico ministero a rispondere basito: “Guardi che Willy è morto”.



Nel tentativo di fornire la propria versione dei fatti, ad intervenire nel corso del processo è stato anche il fratello Marco Bianchi: “Da stupido ero agitato, ho dato la spinta a Willy e il calcio. Ma il calcio… l’ho preso qui sul fianco, non l’ho preso sul petto, io so le mie conseguenze se do un calcio frontale sul petto. Io non mi sarei mai permesso di dare un calcio frontale”. A suo dire la sua colpa sarebbe stata il fatto di essere stato agitato: “non sapevo che stesse succedendo, quindi quando sono arrivato pensavo che il mio amico stava litigando, perché se io sapevo una cosa del genere che il mio amico non stava neanche litigando capivo la situazione, prendevo e me ne andavo. Siccome ho reagito male, mi sono agitato, quando ho visto questo ragazzo (Willy, ndr) ma com’ era questo ragazzo poteva essere un altro, ho reagito male, gli ho dato la spinta”. Bianchi avrebbe ribadito di aver dato il calcio sul fianco, versione differente rispetto a quella dei testimoni che hanno riferito di un violento calcio al petto di Willy.