C’è una clamorosa svolta nell’omicidio di Willy Branchi. A 31 anni dalla morte del 18enne, ucciso a Goro, la procura ha iscritto alcuni soggetti nel registro degli indagati per omicidio in concorso. Lo ha rivelato lo stesso fratello di Willy, attraverso un post su Facebook. «Dopo tanta sofferenza, dopo tante prese in giro e dopo aver visto mio padre morire pian piano con la foto di suo figlio tra le mani e sentire mia madre parlare tutti i giorni con Willy, quella di oggi è una notizia incredibile», ha scritto Luca Branchi. Da questa importante novità si aspetta un’accelerazione nella ricerca della verità: «Non sono qui a colpevolizzare nessuno ma se la Procura è arrivata a tanto vuol dire che siamo davvero a un punto di svolta. E questi soggetti indagati ora dovranno spiegare molte cose». I nomi degli indagati per l’omicidio di Willy Branchi non sono stati rivelati perché, come riportato da Il Resto del Carlino, sono secretati. Neppure la famiglia della vittima e il loro avvocato, Simone Bianchi, ne sono a conoscenza.
WILLY BRANCHI, CI SONO INDAGATI PER L’OMICIDIO
«Dopo le tante falsità dette da un prete e dalle altre persone oggi indagate, ora siamo davvero arrivati alla fase decisiva di questa maledetta storia», ha aggiunto il fratello di Willy Branchi nel post pubblicato su Facebook. Si aspetta risposte, ma intanto fa una dedica: «Willy, questa giornata è tutta per te, fratello mio». Il giovane fu trovato morto nel 1998 nella golena del Po, nudo e con la testa fracassata dal colpo di una pistola da macello. L’omicidio per ora non ha colpevoli, tra omertà, incertezze e indagini che si concentrarono anche su un giro di pedofilia nel paese. Anche grazie all’attenzione mediatica, come quella de Le Iene che ha realizzato uno speciale presto in onda, le indagini sul delitto hanno ripreso vigore e si sono concentrate su alcune persone, testimoni reticenti sui fatti e accusati di false informazioni. Tra queste don Tiziano Bruscagnin, parroco di Loro per 32 anni e oggi collaboratore pastorale nel Padovano.