Una lettera anonima potrebbe portare alla svolta e quindi al nome dell’assassino di Willy Branchi, il 18enne ucciso a Goro, in provincia di Ferrara, 36 anni fa. È una delle rivelazioni di Chi l’ha visto?, in onda questa sera con un servizio che propone documenti e testimonianze inediti che potrebbero essere degni di interesse investigativo per risolvere il caso. La missiva, secondo quanto anticipato dalla trasmissione di Federica Sciarelli, conterrebbe elementi potenzialmente utili a scoprire il colpevole dell’efferato delitto avvenuto nel 1988.



Il corpo ddi Willy Branchi fu trovato all’alba del 30 settembre, privo di indumenti, lungo l’argine del Po. Secondo la ricostruzione, sarebbe stato massacrato di botte e finito con un’arma insolita per una scena del crimine: una pistola da macello, di quelle che si usano per abbattere i maiali. Da decenni la famiglia si interroga sulle responsabilità dietro l’atroce fine del giovane, all’anagrafe Vilfrido Luciano Branchi, per tutti semplicemente Willy, e recentemente ha deciso di posizionare diverse cassette delle lettere in punti nevralgici della zona per raccogliere eventuali segnalazioni anonime sulla vicenda. Una di queste, stando a quanto emerso nel marzo scorso, era sparita. Un gesto dietro il quale, per i familiari, si celerebbe il tentativo di tenere la verità sepolta in una fitta nube di omertà.



La misteriosa missiva del 2015 e l’appello all’autore anonimo

La decisione della famiglia di posizionare le cassette postali a Goro, Oca Marina (Taglio di Po), Lido di Volano e Lido delle Nazioni per provare a fare un passo avanti decisivo nel cold case, riporta Ansa, sarebbe arrivata su impulso di una vicenda collaterale che affonda le radici nel 2015. In una nota dei carabinieri del novembre 2023, si menzionerebbe la lettera anonima ricevuta dal fratello di Willy Branchi, Luca, nella quale sarebbe indicato il nome del presunto autore del delitto.

Il contenuto della missiva presenterebbe elementi che avrebbero trovato riscontro in sede investigativa a seguito della riapertura delle indagini. Procura e Carabinieri di Ferrara hanno rivolto un appello all’anonimo mittente, chiedendo che si faccia avanti con tutte le informazioni che potrebbero essere a sua conoscenza per fornire così il “tassello mancante” per chiudere il cerchio e consegnare alla storia la soluzione di un giallo che continua a porre spinosi interrogativi.



Le parole dell’avvocato della famiglia Branchi

L’avvocato Simone Bianchi, legale del fratello di Willy Branchi, pochi mesi fa ha sottolineato ai microfoni della Tgr Emilia-Romagna che l’appello degli inquirenti all’autore dello scritto anonimo rappresenta un passaggio chiave per cercare di arrivare alla svolta. “È un’iniziativa che rarissime volte si è vista – ha commentato –, e ha una finalità ben chiara cioè coprire tutto il contenuto di questa lettera“.

Willy Branchi aveva appena compiuto 18 anni al momento dell‘omicidio e l’ambito entro cui si sono mosse le indagini è stato prevalentemente quello della pedofilia. Nella missiva sarebbero indicati con precisione elementi che avrebbero trovato riscontro nelle complesse attività investigative condotte attraverso l’escussione di oltre 200 persone e l’intercettazion di circa 205mila conversazioni. Una mole impressionante di dati che potrebbe contenere la chiave per risolvere il mistero.