L’indagine sull’omicidio di Willy Branchi prosegue contro tutto e tutti, anche contro alcuni attacchi di Goro. La “motorella” potrebbe essere la chiave di tutto, perché a bordo della stessa potevano sedere i due attuali indagati per l’omicidio. Sono due fratelli di Goro, a cui la Procura e il Nucleo Investigativo sono arrivati incrociando attività tecnica e testimonianze. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, l’ipotesi è che abbiano trasportato il corpo agonizzante, o già morto, di Willy Branchi, il 18enne di Goro. I carabinieri e la Procura, con l’aiuto della famiglia del ragazzo e dell’avvocato Simone Bianchi, hanno ricostruito la Via Crucis del 18enne. Intanto tra i fiori accanto al cippo in memoria di Willy Branchi è stato lasciato un biglietto con questa scritta in stampatello: «Ciao Willy, verrà fuori la verità prima o poi». Intanto questa sera alle 21 l’intera vicenda tornerà su Italia 1 con lo speciale del programma “Le Iene”. (agg. di Silvana Palazzo)



OMICIDIO WILLY BRANCHI: SPECIALE LE IENE OGGI

L’omicidio di Willy Branchi sarà al centro del nuovo speciale de Le Iene in onda questa sera, lunedì 26 agosto e dal titolo “Omicidio Willy Branchi: i segreti inconfessabili di un paese”. Sono trascorsi 31 anni dalla barbara uccisione del giovane di Goro, piccolo centro in provincia di Ferrara, ma la verità sulla morte di Willy, all’epoca appena un 18enne, resta lontana. Il 30 settembre 1988 il suo corpo fu rinvenuto cadavere, nudo, con la testa tumefatta lungo l’argine del fiume Po. Sul sedere, un evidente livido da trascinamento. La sua fine fu terribile: Willy sarebbe stato raggiunto da oltre 30 colpi eseguiti con la bocca di una pistola da macello, strumento usato per uccidere i maiali. Una morte lenta e dolorosissima, dunque attorno alla quale però per anni è stata in qualche modo appannata dall’omertà di un intero paese, informato forse più del dovuto sui fatti ma attento a non far trapelare nulla per lunghi anni. Non è un caso se la procura di Ferrara ha indagato sei persone per false informazioni al pm, ritenendo che avrebbero potuto fornire dettagli utili alla risoluzione del giallo ma che alla fine avrebbero deciso di tacere.



OMICIDIO WILLY BRANCHI: OMERTÀ A GORO

In questo clima di omertà che ruota attorno alla morte di Willy Branchi, sono tanti i personaggi che emergono e che avrebbero avuto un ruolo più o meno diretto. Nel corso delle indagini non sono mancate le ombre sulla notte dell’omicidio del 18enne e relative ad una misteriosa auto che girava per le vie di Goro ed in merito alla quale sarebbero trapelate differenti versioni. Ed è in questo frangente che si inserisce una pista inedita che avrebbe a che fare con i festini gay ai quali avrebbero partecipato uomini benestanti della zona disposti a pagare ragazzini anche minorenni per di soddisfare i loro piaceri. Tra questi ci sarebbe stato anche Willy. A questa pista però se ne affianca ben presto un’altra che ha a che fare con un giro di droga. Ad avanzarla è stato Rodrigo Turolla, sarto del paese, che dopo trent’anni dal delitto del giovane Branchi sostiene che proprio Willy sarebbe stato il galoppino di un grosso spacciatore della zona. Il delitto del 18enne, dunque, si va a collocare a metà strada tra un caso di droga e uno di sesso. Ma chi potrebbe aver voluto una morte così crudele e soprattutto perchè? Secondo il parroco di Goro, Don Tiziano Bruscagin, il nome dell’assassino di Willy poco dopo la sua morte era già sulla bocca di tutti gli abitanti: si tratterebbe di un uomo sposato con figli ma con una vita parallela a base di relazioni omosessuali.



TESTIMONIANZA CHOC

Da tempo il fratello di Willy, Luca Branchi, si augura di essere finalmente ad una svolta. A parlare di “fase decisiva”, nei mesi scorsi, fu anche l’avvocato della famiglia del 18enne ucciso ed ha a che fare con l’iscrizione nel registro degli indagati di due persone, secondo le indiscrezioni due fratelli di Goro. Le ipotesi sulla fine tragica del ragazzo sono emerse proprio grazie ad alcune coraggiose testimonianze rese nei mesi scorsi a Le Iene. Oltre a confermare il presunto giro di prostituzione e di festini gay, un testimone avanzò un’ipotesi choc: “Lo devono aver portato in via Cervi. Qui c’era un magazzino di rifugio per animali o roba del genere. Una stalla? Non proprio. E risultava che ci fossero anche degli anelli dove un tempo attaccavano le bestie. Quindi per me lo devono aver attaccato in qualche modo così (mostra le mani dietro alle testa, ndr) e gli hanno sparato qua (indica lo zigomo sinistro). E perché lo spogliano? Perché ci hanno fatto i loro porci comodi”, aveva rivelato alla trasmissione di Italia 1. Ora, alla luce delle due iscrizioni per omicidio, l’avvocato difensore spera che possa esserci anche un processo nei confronti dei presunti responsabili di un delitto così brutale.