La pista che punta a un pregiudicato di Oca Marina, oggi 60enne e “pronto a tutto per procurarsi una dose” di droga, sarebbe emersa dalla lettera anonima inviata al fratello di Willy Branchi nel 2015. Una missiva nella quale sarebbero condensati una serie di elementi per aprire a scenari diversi dalla pedofilia dietro l’efferata uccisione del 18enne avvenuta a Goro 36 anni fa.



L’omicidio di Willy Branchi non ha ancora un colpevole. Il ragazzo fu ucciso nel 1988 e il suo corpo martoriato fu trovato lungo l’argine del Po all’alba del 30 settembre, privo di indumenti e colpito con un’arma insolita: una pistola da macello, di quelle che si usano per abbattere i maiali. A riportare l’ipotesi di un delitto “per rapina” è Il Resto del Carlino, secondo cui il ragazzo, quella notte, avrebbe avuto nel portafogli una somma di circa 200mila lire.



L’omicidio di Willy Branchi per rapina? Cosa è emerso sulla pista che porterebbe al coinvolgimento di un uomo oggi 60enne

L’ultima pista su cui si concentrebbe l’attenzione investigativa per provare a risolvere l’omicidio di Willy Branchi porterebbe quindi all’identità di un soggetto, già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti penali tra cui il tentato omicidio del padre, che oggi avrebbe 60 anni. Il 18enne ucciso a Goro nel 1988, stando a questo scenario, potrebbe essere finito nel mirino dell’uomo il cui profilo trapelerebbe dalla lettera anonima che il fratello della vittima, Luca, ricevette nel 2015.

Oggi, come ricostruisce Il Resto del Carlino, sono aperti due fascicoli di indagine e nel filone principale, quello che riguarda l’inchiesta sull’omicidio di Willy Branchi, risultano tre indagati. Si tratta di due fratelli di Goro di 70 e 75 anni e del 60enne di Oca Marina sul quale, in tempi recenti, si sarebbe concentrata un’importante porzione delle attenzioni degli inquirenti. Stando a quanto riportato dal quotidiano, il suo profilo sarebbe ritenuto di notevole interesse in quanto descritto come soggetto “disposto a tutto” pur di procurarsi la dose quotidiana di stupefacenti. Per provare a dare un nome e un volto all’assassino, o agli assassini, di Willy Branchi ucciso a 18 anni senza pietà, la famiglia ha avviato un’iniziativa con l’installazione di quattro cassette postali tra Goro, Oca Marina e i lidi Volano e Nazioni per la raccolta di segnalazioni anonime sul caso.

Un invito particolare è rivolto al misterioso mittente della lettera anonima del 2015 che, nella sua missiva, avrebbe dato prova di conoscere molti dettagli della storia. Ma nelle maglie della speranza dei parenti si è insinuato lo sconcerto per la sparizione di due delle buche postali, una subito dopo il posizionamento e l’altra pochi giorni fa, sintomo che qualcuno voglia preservare il muro di omertà intorno alla morte di Willy Branchi. Per questo sarebbe stato aperto un secondo fascicolo, con ipotesi di falso e depistaggio. Questo filone vedrebbe indagate otto persone.