La perizia sulle intercettazioni effettuate a Rebibbia dai carabinieri non hanno bisogno di particolari interpretazioni: la vita in carcere dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi e di Mario Pincarelli, imputati per l’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte a Colleferro, è molto dura, volendo usare un eufemismo. Come riportato da La Repubblica, i due ragazzi sono stati intercettati nel corso dei colloqui avuti con il fratello Alessandro, recatosi a trovarli nell’istituto penitenziario dopo l’arrresto. A pesare sono gli atteggiamenti degli altri detenuti nei loro confronti: vessazioni, punizioni di varia natura, dispetti di ogni tipo vengono riservati loro dagli altri carcerati. Al punto, scrive l’edizione romana, di Repubblica, che “tra i tre c’è stato così chi ha pensato per un attimo al suicidio e chi è scoppiato in un pianto a dirotto fino a che non è intervenuto un medico“.



FRATELLI BIANCHI, SPUTI E VESSAZIONI IN CARCERE

Ma in cosa si traducono le suddette vessazioni ai danni dei fratelli Bianchi, ritenuti responsabili di aver pestato e ucciso il giovane Willy Monteiro Duarte la notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020. Sebbene il perito non riesca a decifrare l’intero dialogo, osservando anche i gesti dell’imputato, ipotizza che Marco Bianchi stia dicendo al fratello che gli hanno sputato addosso. Alessandro risponde:”A chi è che hanno menato che si è cacato sotto?“. Marco:”… era una cosa elettrica…“. Di più: “…a me non mi ha detto niente nessuno. Che ha fatto? …mi hai spaccato (si tocca il naso, ndr) … ragazzi succede qualcosa? … il chiodo ficcato dentro il dentifricio … ogni cosa che succede, boomm… (fa segno di pugnalare alla gola, ndr)”. Ancora Marco: “Le peggio cose, tutto questi si portano“. Alessandro: “Il discorso è che devi sta attento, perché pure se tu stai a dormì. Perché ti zeccagnano (accoltellano, ndr)”. Sempre rispetto al cibo, Marco Bianchi dice al fratello di comprarsi le salsicce, macinarle e mangiarle col sugo. Alessandro domanda: “Loro che ti portano roba da pranzo, da magnà?“. E Marco: “La pasta” . Il fratello: “Ma ti ci sputano dentro?“. Risposta” Ma ci sputano si, eh“. Il fratello: “E tu non te la magni, comprati sempre la roba, tutti i giorni, comprati tutto“.



PINCARELLI: “MI DICONO DI IMPICCARMI”

Molto provato sembra anche Mario Pincarelli, che a colloquio col padre Stefano appare rassegnato: “Che cazzo mi frega a me che mi picchiano…“. Sentire in tv le notizie delle indagini lo rende ancora più inquieto. Il padre però lo invita a non guardarle: “Aho, stammi a senti, non lo vedé! Perché ti fanno solo sentì male. Tu vedi tutti i documentari“. Dalla conversazione sembra che Pincarelli sia arrivato anche a pensare ad un gesto estremo, mentre altri detenuti avrebbero urlato contro di lui dicendogli di impiccarsi. Al padre però assicura: “Prima cosa Gesù Cristo se ti ammazzi da solo non ti perdona, seconda cosa tengo la famiglia mia che sta di fuori, spero che me danno meno possibile, quando ariscio (riesco, ndr), se vado alla comunità…“.

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