Willy Monteiro Duarte aveva 21 anni ed è stato ucciso a Colleferro (Roma), vittima di un brutale pestaggio, secondo la ricostruzione, avvenuto durante una rissa che si sarebbe consumata intorno alle 3.30 del 6 settembre 2020. Per la sua morte, imputati dell’omicidio, altri quattro giovani sono finiti alla sbarra e il primo grado di giudizio a loro carico si sarebbe chiuso nel 2022. Accusati del delitto due fratelli di Artena, Marco e Gabriele Bianchi, e gli amici Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Willy Monteiro Duarte sarebbe morto in seguito all’aggressione.
Il caso di Willy Monteiro Duarte è protagonista di una puntata della trasmissione Un giorno in pretura, in onda il 24 settembre su Rai 3 e condotta da Roberta Petrelluzzi. Nella puntata intitolata “Arrivano i Bianchi”, il programma ripercorre le fasi del processo in Corte d’Assise a Frosinone a carico degli imputati del delitto. Willy Monteiro sarebbe stato picchiato selvaggiamente e, secondo i medici legali chiamati a descrivere gli esiti dell’esame autoptico, sarebbe morto per una serie impressionante di colpi. Due in particolare quelli ritenuti più importanti: uno al petto e uno alla gola, che avrebbero portato il ragazzo alla morte in poco tempo rendenso inutili i soccorsi.
Chi è Willy Monteiro Duarte, ucciso a Colleferro nel 2020
Willy Monteiro Duarte è stato ucciso a Colleferro la mattina del 6 settembre 2020, aggredito brutalmente intorno alle 3.30, e il processo in primo grado a carico dei quattro imputati per il suo omicidio – i due fratelli Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli – si sarebbe chiuso nel 2022 con l’ergastolo ai primi due, 23 anni al terzo e 21 al quarto. Poco più che 20enni come la vittima, secondo l’accusa ne avrebbero causato la morte durante una rissa in cui Willy Monteiro Duarte sarebbe stato colpito con particolare ferocia. Calci e pugni senza pietà, sino alla fine.
Willy Monteiro Duarte, origini capoverdiane e residente a Paliano, nella provincia di Frosinone, è nato a Roma il 20 gennaio 1999. La sua vita è stata spezzata pochi mesi dopo il suo 21° compleanno, finita per un massacro che è stato l’ultimo atto di un’esistenza serena e circondata dall’affetto di famiglia e amici. I genitori, sentiti nell’ambito del processo per la sua morte, hanno tratteggiato un ritratto del 21enne riportato da Un giorno in pretura: “Ha cominciato subito a lavorare, quando ancora stava a scuola – ha raccontato la mamma –, lavorava i fine settimana in un ristorante a Paliano“. “Quando usciva dal lavoro, c’era sempre un’oretta per stare con gli amici e poi tornava a casa a riposare“, ha ricordato il papà sottolineando la semplicità e la normalità di un figlio di 21 anni senza grilli per la testa, sempre pronto a collaborare anche in famiglia.
Le condanne in primo grado per la morte di Willy Monteiro Duarte
Nel luglio 2022, all’esito del primo grado di giudizio per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, nel processo in Corte d’Assise a Frosinone, i quattro giovani imputati sono stati condannati. Ergastolo per i fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, che avrebbero deciso successivamente di “cambiare strategia” affidandosi a due difese separate (nella prima fase processuale assistiti da un unico avvocato), 23 anni di carcere a Francesco Belleggia, riporta Ansa, e 21 anni a Mario Pincarelli. La lettura della sentenza sarebbe stata accolta da un applauso in aula.
A carico di Marco e Gabriele Bianchi vi sarebbero altri procedimenti per denunce relative a fatti precedenti alla morte di Willy Monteiro Duarte. Processi per risse e droga, scrive Il Corriere della Sera, e un caso che riguarderebbe la denuncia di un 40enne indiano che sosterebbe di essere stato “picchiato come Willy“ nel 2019, 17 mesi prima dei fatti di Colleferro che li avrebbero visti finire all’ergastolo per l’omicidio del giovane di Paliano. Il 6 settembre scorso, due anni dopo la morte di Willy Monteiro, la famiglia gli ha rivolto un pensiero attraverso la pagina Facebook a lui dedicata, “Il sorriso di Willy“: “Manchi ancora come il primo giorno. Due anni senza i tuoi scherzi, i tuoi sorrisi, le tue coccole, le tue battute e soprattutto senza i tuoi abbracci. (…) Il primo passo per avere giustizia è stato fatto, speriamo la sentenza rimanga invariata così potrai riposare in pace“.