87 anni portati benissimo e nessuna intenzione di andare in pensione. Woody Allen è uno dei grandi protagonisti della Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale di Venezia con il suo cinquantesimo film “Coup de Chance”, il primo in lingua francese. Intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti al lido, il regista statunitense non ha escluso la possibilità di realizzare un nuovo lungometraggio, questa volta con lo sfondo di New York, ma ha anche posto l’accento sulle difficoltà di trovare i finanziatori.
“Ho moltissime idee per film che sarei tentato di fare se fosse facile trovare i soldi”, ha raccontato Woody Allen ai microfoni di Variety: “Non credo però di avere più la verve necessaria a passare tanto tempo a caccia di finanziatori”. Nel corso del dialogo con il media a stelle e strisce, il regista si è soffermato sul movimento #MeToo, che da anni ormai lo osteggia per le presunte molestie nei confronti della figlia Dylan quando era piccola, accuse mai dimostrate.
Woody Allen tra #MeToo e cancel culture
“Penso che ogni movimento che fa qualcosa di positivo per le donne è buona cosa. Quando diventa sciocco, è sciocco”, la stilettata di Woody Allen: “Quando non è una questione femminista, o una questione di ingiustizia contro le donne. Quando è troppo estremo nel cercare di creare un problema quando per la maggior parte della gente non c’è niente di offensivo”. Un altro male della società odierna è la cancel culture e anche lui ovviamente ne è vittima, anche in questo caso il suo giudizio è perentorio: “Penso che, se sei ‘cancellato’, questa è la cultura da cancellare”. A tal proposito, ha ribadito di non aver mai avuto problemi sul set con le donne: “Anni fa ho detto che dovrei essere un modello per il movimento #MeToo. Ed è la verità. Ho sempre avuto belle parti per le donne, le ho sempre pagate come pagavo gli uomini, ho sempre avuto donne nella troupe, ho lavorato con centinaia di attrici e mai, mai nessuna che si sia lamentata di me”.