Il lockdown ha salvato tante vite? Per il professor Mark Woolhouse, esperto di malattie infettive all’Università di Edimburgo e tra i maggiori epidemiologi del Regno Unito, è stato invece un grave errore. Un errore quello delle chiusure che è causato da un presupposto sbagliato, quello cioè di ritenere che il Covid colpisca tutti. Invece per l’epidemiologo non c’è epidemia più selettiva di questa. Ne parla in un libro che sta per essere pubblicato col titolo “The Year the World Went Mad: A Scientific Memoir” (L’anno in cui il mondo impazzì: una memoria scientifica), nel quale indica anche qual è il momento in cui la Gran Bretagna ha commesso questo grave errore.
Si tratta del 10 marzo 2020, quando il ministro Michael Gove in una riunione di governo disse che il coronavirus non avrebbe fatto discriminazioni e che, quindi, tutti erano a rischio. «In realtà questo è un virus molto discriminatorio. Alcune persone sono molto più a rischio di altre. Quelle con più di 75 anni sono 10mila volte più a rischio di quelle che hanno meno di 15 anni», ha spiegato lo scienziato al Guardian. L’accusa non riguarda solo il governo britannico, ma tutti quelli nel resto del mondo che hanno preso le stesse decisioni sbagliate.
“CON CHIUSURE ABBIAMO AGGRAVATO CRISI”
Errori che hanno causato conseguenze devastanti secondo il professor Mark Woolhouse. «Abbiamo arrecato gravi danni ai nostri bambini e ai giovani adulti, che sono stati derubati della loro istruzione, del lavoro e della loro esistenza normale. Hanno anche compromesso le loro prospettive future, ereditando una montagna di debito pubblico senza precedenti». Nell’intervista al Guardian ha spiegato che questi errori sono stati commessi per proteggere il servizio sanitario nazionale da una malattia che in realtà è una minaccia molto grande «per gli anziani, i fragili e gli infermi», non per giovani e sani. Di fatto, il mondo è andato nel panico e ha preso queste decisioni drastiche che avrebbero aggravato la crisi, anziché puntare a misure precise, chirurgiche, destinate a chi è veramente a rischio. Sarebbe stato meglio, ad esempio, rendere i contatti più sicuri anziché vietarli. Per Woolhouse tracciamento e mascherine sarebbero bastati a tenere a bada il Covid. Ha parlato anche di una scelta «pigra», presa perché c’è stata l’incapacità di attuare misure adeguate. «Le chiusure non sono mai una politica di salute pubblica, significano piuttosto un fallimento della politica sanitaria», ha aggiunto lo scienziato.
“SERVIVA PIANO PER PROTEGGERE VULNERABILI”
A proposito della strategia della Svezia, il professor Mark Woolhouse non si è mostrato favorevole come si potrebbe pensare. Le modifiche dei comportamenti hanno funzionato dopo qualche difficoltà iniziale, ma non si doveva dar retta a chi proponeva di far circolare liberamente il coronavirus per raggiungere l’immunità di gregge, perché sarebbe stata provocata un’epidemia più diffusa di quella del 2020. Quel che serviva era un piano per proteggere i vulnerabili. Invece le risorse sono state spese male. «Il governo ha speso una fortuna per uccidere il virus e quasi nulla per proteggere chi dal virus poteva essere ucciso». Si poteva investire nella lotta e nella protezione, invece per l’epidemiologo è stata scelta una sola strada. Ora con la variante Omicron si sta commettendo un altro errore: evidenziare con preoccupazione il numero dei contagi anziché sottolineare che è molto meno pericolosa, proteggere chi ne ha bisogno, compresi i non vaccinati, e lasciare liberi coloro che potrebbero sviluppare solo un raffreddore.