La terza dose di vaccino anti Covid agli adolescenti di 16-17 anni rischia di diventare un caso negli Stati Uniti. Il governo americano sta infatti spingendo per il booster, nonostante ci siano esperti della Food and Drug Administration (FDA) e Centers for Disease Control and Prevention (CDC) che hanno espresso parere contrario. Le perplessità sono legate ai risultati di un grande studio israeliano, pubblicato sul New England Journal of Medicine all’inizio di questo mese, secondo cui il rischio di morte per Covid negli under 30 dopo il completamento del ciclo vaccinale primario è pari a zero. Dunque, questi esperti ritengono che i richiami, che alcuni college stanno peraltro imponendo, rischiano di produrre danni a soggetti sani, e che non hanno alcun rischio di morire per Covid, perché si pensa così di ridurre le infezioni lievi e asintomatiche.
A parlarne è il Wall Street Journal, che ha sganciato una “bomba” con il professor Marty Makary della Johns Hopkins School of Medicine: questi esperti che hanno sconsigliato la terza dose negli adolescenti sono stati tagliati fuori dal processo decisionale proprio dalle agenzie per le quali lavorano.
LE PRESSIONI SUI CONSIGLIERI FDA E CDC
L’ultimo voto dei consiglieri della Food and Drug Administration (FDA), a settembre, ha respinto la proposta di vaccinare gli adolescenti. Quindi, i leader dell’agenzia l’hanno rilanciata a novembre scavalcando quegli esperti che si erano opposti. Lo stesso, spiega il WSJ, ha fatto CDC con i consiglieri che avevano respinto la proposta del richiamo nei giovani non ad alto rischio. Due scienziati di punta dell’FDA si sarebbero dimessi al momento del voto di settembre proprio per le pressioni della Casa Bianca. Ma le loro preoccupazioni sono state avvallate da uno studio di Oxford, pubblicato la settimana scorsa su Nature Medicine, secondo cui i giovani a cui è stato somministrato Moderna hanno sofferto più frequentemente di miocardite, pericardite e aritmie rispetto a coloro che ne hanno sofferto per il Covid.
“NON SI APPROVANO FARMACI SU SPECULAZIONI”
FDA e CDC hanno giustificato la loro spinta ai richiami facendo riferimento al calo del livello di anticorpi dopo la vaccinazione, senza però tener conto del ruolo che hanno le cellule T, che non è misurabile con semplici prelievi di sangue. C’è infatti un nuovo studio della Johns Hopkins secondo cui la variante Omicron elude in parte l’immunità anticorpale, ma non sfugge alle cellule T, motivo per il quale non ci sarebbe da preoccuparsi, anche se la variante è più contagiosa. “Nuovi dati potrebbero emergere per dimostrare che il beneficio del potenziamento dei giovani supera il rischio, ma i farmaci non dovrebbero essere autorizzati o approvati sulla base di speculazioni“, scrive il professor Marty Makary sul Wall Street Journal. “Costringere studenti immuni, giovani, sani e a basso rischio a fare una terza iniezione di vaccino è eccessivo e dispendioso. Queste preziose dosi di vaccino dovrebbero andare ai paesi poveri che ancora non ne hanno abbastanza“, ha concluso.