Come vi abbiamo raccontato, la guerra dei dazi potrebbe avere delle conseguenze rilevanti per il Made in Italy e le istituzioni invitano ad una riflessione i partner americani. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha spiegato: «Quando si prospettano guerre economiche, andrebbe posta attenzione al sostantivo più che all’aggettivo. Occorre un esercizio di grande e congiunta responsabilità. Sostituire alle politiche di cooperazione quelle di competizione certamente non aiuterebbe», riporta Tg Com 24. Netto il giudizio di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia: «I dazi non sono mai una buona cosa. Sono un ostacolo al libero mercato e finiscono per colpire le imprese che producono e i cittadini che comprano. Chiediamo un aiuto all’Unione europea per le aziende italiane che saranno colpite». Il Cavaliere ha inoltre evidenziato: «Quella di Donald Trump sui dazi è una mossa contro gli aiuti dati dalla Ue alla Airbus. Per l’Italia colpirebbe il parmigiano reggiano, il provolone, il prosciutto, il pecorino romano e molti altri prodotti: se questo dovesse avvenire, e spero ancora di no, chiederemo in Parlamento al governo di sostenere con degli aiuti le aziende che fossero messe in difficoltà da questi dazi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DAZI SUL MADE IN ITALY, CONTE: “SIAMO PREOCCUPATI”
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, si dice preoccupato per i dazi che gli Stati Uniti vogliono introdurre sugli export europei, Italia compresa. “La guerra dei dazi ci sta mettendo a dura prova”, ha dichiarato il premier parlando in occasione del’assemblea generale dell’associazione confindustriale che si è svolta stamane presso il Teatro alla Scala di Milano. “C’è prospettiva che rischia di far male a manifattura e agroalimentare e ci preoccupa. Faremo i tutto per limitare i danni, anche lavorando all’interno dell’Unione per prospettive compensative”, ha aggiunto, mostrandosi nel contempo anche positivo per il futuro. C’è ancora margine per trattare ed evitare l’introduzione dei dazi, ma allo stato attuale delle cose la tendenza oltre oceano sembrerebbe essere proprio quella di “colpire” i prodotti che le aziende del Vecchio Continente esportano verso gli Stati Uniti. Il massimo esponente dell’esecutivo ha parlato anche alle recenti misure introdotte con la nota di aggiornamento al Def: “Abbiamo sterilizzato completamente l’aumento dell’Iva. L’attivazione delle clausole di salvaguardia avrebbero costituito un enorme ostacolo per il rilancio del Paese con un aggravio di spesa di 542 euro per famiglia e una riduzione del Pil di 0,3 punti sulla crescita del 2020”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DAZI SUL MADE IN ITALY: PARLA DI MAIO
Sono numerosi i prodotti made in Italy che verrebbero colpiti dai dazi Usa al 25% istituiti nelle scorse ore. Il settore maggiormente penalizzato sarebbe quello agroalimentare, tenendo conto che in America vengono esportati beni per 4.2 miliardi di euro. Secondo la stima di Federalimentare vi sarebbe un mancato export del valore minimo di 650 milioni di euro fino ad un massimo di 2 miliardi, che praticamente dimezzerebbe le attuali importazioni. Nella lista dei beni colpiti, come sottolinea Quotidiano.net, anche la moda, in particolare l’abbigliamento in lana, cotone e seta, ma anche quello da sci, nonché gli articoli per la ceramica, sanitari compresi, la biancheria, i tappeti, le coperte, i trapani e gli utensili da lavoro, le biciclette, le moto, oggetti in argento e molto altro ancora. Come detto in apertura, però, il settore più colpito sarà ovviamente quello del cibo made in Italy, e oltre ai formaggi già elencati sotto, attenzione anche alla frutta, come pesche, pere, agrumi e uva, ma anche i succhi di frutta, le marmellate, i biscotti, il pesce spada, il caffè e i superalcolici. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DAZI SUI PRODOTTI MADE IN ITALY: PARLA DI DI MAIO
Anche il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, si è espresso sulla questione dei dazi Usa al 25% sulle importazioni provenienti dall’Italia. Durante la conferenza stampa congiunta di Villa Madama in Roma, con il segretario di stato a stelle e strisce, Mike Pompeo, il capo politico del Movimento 5 Stelle ha spiegato: “I dazi ci preoccupano molto. Le aziende italiane hanno bisogno di certezze. Difenderemo le nostre imprese – ha aggiunto – il made in Italy, le nostre eccellenze. Non faremo sconti, metteremo le nostre forze per aumentare la capacità di esportare e non diminuire le esportazioni”. Di Maio ha parlato anche della spinosa questione 5G, spiegando: “Noi siamo alleati degli Stati Uniti e con loro condividiamo le preoccupazioni su determinate infrastrutture strategiche, come il 5G – ha detto a sua volta Di Maio – Spero che in futuro si possano anche rafforzare gli accordi tra Italia e Stati Uniti per mettere in sicurezza le nostre infrastrutture strategiche. Non abbiamo nessuna intenzione di partecipare a operazioni per accordi commerciali che possano ledere la sovranità dell’Italia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DAZI USA, COLPITI ANCHE PECORINO, PARMIGIANO…
I dazi che gli Usa sono pronti ad introdurre nei confronti dei prodotti importati dall’Europa, colpiranno ovviamente anche il made in Italy. Stando a quanto sottolineato dai colleghi d TgCom24.it, la nuova tassazione del 25% dovrebbe scattare il prossimo 18 ottobre, e andrà a colpire alcune eccellenze alimentari del Belpaese, leggasi il parmigiano reggiano, il pecorino romano, il provolone e il prosciutto. Questo quanto emerge dall’elenco che è stato pubblicato dalla autorità a stelle e strisce, e che escluderebbe dai prodotti tassati l’olio d’oliva e il prosecco. Cecilia Malmstroem, commissario europeo al commercio uscente, ha avvisato gli Stati Uniti che in caso di applicazione di questi dazi, il Vecchio Continente è pronto a replicare a modo: “anche se gli Stati Uniti hanno avuto l’autorizzazione dal Wto – le sue parole – scegliere di applicare le contromisure adesso sarebbe miope e controproducente. Restiamo pronti a trovare una soluzione equa, ma se gli Usa decidono di imporre le contromisure autorizzate dal Wto, l’Ue non potrà che fare la stessa cosa”. Nei prossimi giorni le due sponde dell’oceano proveranno a trovare una soluzione che vada bene a tutti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DAZI USA, ALLARME CONFINDUSTRIA
Usa-Ue, guerra dei dazi al via e sale la preoccupazione per i possibili effetti sull’economia europea e su quella italiana. Dopo l’esultanza di Donald Trump e la replica di Bruxelles – che si è detta pronta a «reagire di conseguenza» – è arrivato l’allarme di Confindustria. Il presidente Vincenzo Boccia ha infatti parlato senza mezzi termini di rallentamento dei mercati globali, una vicenda che «apre una riflessione quella di quella di una maggiore integrazione politica europea perché di fronte a queste questioni il mercato più ricco del mondo che è l’Europa può e deve reagire per riequilibrare questa posizione in termini anche di potere contrattuale con le altre aree del mondo», come riporta Rai News. Coldiretti ha reso noto che i settori più colpiti potrebbero essere quelli dell’enogastronomia, della moda, dei materiali da costruzione e dei metalli, senza dimenticare moto e cosmetica. L’Italia – conclude la nota – sarebbe il Paese europeo più colpito dopo la Francia. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GUERRA DAZI, POMPEO: “A RISCHIO VINI E FORMAGGI ITALIANI”
Il caos generato dalla decisione del Wto non poteva che far intervenire in prima linea Mike Pompeo, ospite in quell’Italia che vede a rischio il suo export dopo la guerra scatenata tra Airbus e Boeing: a margine dell’incontro con il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il Segretario di Stato Usa ha spiegato che vino e parmigiano reggiano potrebbero essere colpiti dai dazi americani. «La mossa dell’Organizzazione mondiale per il commercio», ha poi commentato Pompeo, «è quella che ci aspettavamo». Secondo il Premier Giuseppe Conte invece «L’Italia si rende perfettamente conto che c’è una tensione commerciale a livello globale e, sicuramente, la prospettiva di questo confronto sui dazi tra Stati Uniti e Ue non può non considerare che siamo coinvolti come Unione Europea». Non solo, per il Presidente del Consiglio la speranza è che possano esserci margini di dialogo tra Ue e Usa, «confidiamo di poter ricevere attenzione dal nostro tradizionale alleato su quelle che sono alcune nostre produzioni strategiche». Nel frattempo la Borsa soffre e oggi lo spread tra Btp e Bund si attesta a 141 punti con il rendimento del decennale italiano allo 0,89%.
WTO “OK DAZI USA ALL’UE”
Un autentico terremoto commerciale è in procinto di esplodere tra Usa e Unione Europea sul complicato e delicatissimo piano dei dazi: il Wto – Organizzazione mondiale per il commercio – ha stabilito che gli Stati Uniti potranno imporre dazi all’Europa per 7,5 miliardi di dollari come una sorta di “compensazione” dopo gli aiuti illegali concessi dall’Ue al consorzio aereo di Airbus. Nella guerra ultradecennale tra i due colossi mondiali dell’aeronautica – per l’appunto Airbus, europeo, e Boeing, made in Usa – la decisione del Wto pone un capitolo piuttosto dirimente quando già i rapporti tra Trump e Bruxelles erano ai minimi per via dei dazi tra Usa e Cina e sulla crisi iraniana. La cifra record pattuita dal Wto fa riferimento ad una sentenza contro l’Ue per il dossier Airbus pronunciata a maggio 2018, anche se non chiude del tutto il contenzioso: l’anno prossimo infatti lo stesso Wto dovrà pronunciarsi sui dazi che invece l’Ue potrà esercitare contro gli Usa, a sua volta sanzionata per la Boeing e in odore di condanna come avvenuto oggi all’Unione Europea. Un quadro molto delicato che rischia di prendere una piega ancora più grave dal punto di vista commerciale qualora si arrivasse effettivamente allo scontro-guerra sui dazi, come preventivato oggi dalla commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem «Anche se gli Stati Uniti hanno avuto l’autorizzazione dal Wto, scegliere di applicare le contromisure adesso sarebbe miope e controproducente. Restiamo pronti a trovare una soluzione equa, ma se gli Usa decidono di imporre le contromisure autorizzate dal Wto, la Ue non potrà che fare la stessa cosa».
LA GUERRA DECENNALE AIRBUS-BOEING E I RISCHI PER L’ITALIA
Shock nelle borse di mezzo mondo per la decisione del Wto che non fa altro che aggiungere un capitolo “monstre” alla quindicinale guerra commerciale tra Airbus e Boeing: tutto nasce nel 2004 quando Airbus super il concorrente Usa e si impone come prima società aeronautica mondiale, suscitando l’immediato attacco della Boeing che ha puntato subito il dito contro i sussidi che il consorzio Ue avrebbe ricevuto fin dagli Anni Settanta. Di contro, gli europei risposero con una immediata contro-denuncia scatenando una guerra tra giudici, conti milionari e rapporti commerciali: il tutto fino ad oggi, con la decisione del Wto che potrebbe cambiare ancora una volta la scena mondiale in attesa di vedere se con le prossime Elezioni Presidenziali in America verrà confermato Trump alla guida della Casa Bianca. Al momento Washington potrebbe colpire l’Europa sui prodotti hi-tech di aerei e componentistica realizzati nei quattro Paesi del consorzio Airbus (Regno Unito, Francia, Germania e Spagna), ma anche con prodotti alimentari e beni di lusso. E proprio qui l’Italia rischia di venire coinvolta, suo malgrado, in un’operazione di dazi che potrebbero costare fino ad un miliardo di euro (fonte Repubblica). Conte e Di Maio a Mike Pompeo, in visita a Roma in questi giorni, hanno ribadito l’assoluta intenzione dell’Italia di evitare qualsivoglia dazio commerciale ma saranno i prossimi mesi a far comprendere quale reale sarà la linea impostata dalla Casa Bianca: vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffè ma soprattutto formaggi rischiano di essere i veri protagonisti in “negativo” per i possibili dazi che potrebbero colpirli dagli Usa, compromettendo e non poco il nostro export finora autentico baluardo dell’economia italiana nonostante la crisi stagnante del nostro Paese.