Wuhan, la città cinese da cui è partita la pandemia di Covid-19, torna in lockdown. La decisione è stata presa dopo che sono stati rilevati quattro casi di positività, sebbene le persone in questione siano asintomatiche. I rischi sono del tutto minimi, ma in virtù della politica di zero tolleranza portata avanti dal Governo di Pechino adesso un milione di persone sono bloccate in casa.
Il provvedimento, come riportato dalla Bbc, riguarda esclusivamente il sobborgo Jiangxia, dove è emerso il ridotto numero di positività, e durerà tre giorni. Non è la prima volta che ciò accade in Cina, ma per Wuhan si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini. Le misure di restrizione infatti sono rigide: impossibilità di uscire dalle proprie abitazioni per qualsiasi motivo e test di tracciamento di massa. L’obiettivo è evitare a qualsiasi costo la diffusione del virus.
Wuhan torna in lockdown: chiusure severe per pochi casi di positività al Covid-19
La Cina dall’inizio della pandemia di Covid-19 ad oggi non ha mai cambiato la sua strategia. È anche per questo che Wuhan torna ad essere in lockdown a distanza di oltre due anni dal periodo in cui il virus si è diffuso per la prima volta, nonostante il numero di casi di positività sia ridotto a poche unità. Il Governo vuole evitare qualsiasi rischio, a differenza di quanto invece sta accadendo in altri Paesi, tra cui anche l’Italia, dove le misure di restrizione sono ormai ai minimi termini.
La città cinese, nelle scorse ore, è tornata tra l’altro alla ribalta in virtù della pubblicazione di due studi sulla rivista Science. Secondo questi ultimi, la pandemia di Covid-19 avrebbe avuto inizio dal mercato della zona di Huanan, dove si sono verificati alla fine del 2019 i primi contagi con passaggio del virus dagli animali vivi, in vendita, all’uomo.