WWF: “I migranti inquinano i boschi triestini”

Recentemente, in seguito ad un importante evento del WWF per ripulire i boschi di Trieste, Martina Felician la presidentessa della sezione triestina dell’associazione ha sostenuto al quotidiano la Verità che “i migranti inquinano i boschi“. L’evento, infatti, era fine a ripulire il bosco che fa da confine tra Slovenia e Italia, punto d’accesso privilegiato al Bel Paese per chi percorre la rotta balcanica.



L’evento di raccolta dei rifiuti dei migranti del WWF si è tenuto domenica ed è durato per tutta la giornata, ottenendo un ottimo riscontro da parte della popolazione triestina. I volontari avrebbero raccolto l’impressionante quantità di “quasi trecento sacchi” di spazzatura, inviati allo smaltimento. Martina Felician ha raccontato che hanno “tirato su tanta, tanta, ma tanta roba. Scarpe, borse, di tutto. Cellulari e rifiuti buttati lì”, citando anche “vestiti, giubbotti, tutto quello di cui si spogliano” arrivando in Italia. “Lì c’è materiale non biodegradabile, una serie di rifiuti di ogni tipo e tutto quel materiale che rimane lì, va a inquinare non solo la zona del bosco ma anche le aree circostanti”, ha spiegato preoccupata la presidentessa del WWF.



La proposta del WWF per la spazzatura nei boschi

Il WWF, insomma, avrebbe espresso un’importante preoccupazione in merito ai rifiuti abbandonati dai migranti che arrivano in Italia, sottolineando però che “noi non siamo contro i migranti ma contro l’abbandono di rifiuti in questo modo”. Il problema principale, ritiene ancora Felician, è che “non essendoci una gestione nell’accogliere queste persone, quando arrivano in Italia delle loro cose se ne sbarazzano” nei boschi da cui accedono al territorio italiano.

“È sostenibile un abbandono del genere per il bosco?”, si chiede in modo evidentemente retorico la presidentessa della sezione triestina del WWF, preoccupata per i rifiuti lasciati dai migranti. Ma propone anche una buona soluzione, istituire degli appositi luoghi preposti alla raccolta della spazzatura lasciata dai migranti “che consentano il più agevole asporto dei rifiuti” dai boschi. Insomma, servirebbero sicuramente dei luoghi di raccolta, almeno per la gestione dei rifiuti, ma servono anche dei luoghi di accoglienza, che permettano la corretta gestione a tutto tondo dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica.