Xi Jinping è stato rieletto, all’unanimità dei voti del Parlamento, in qualità di leader della Cina per la terza volta consecutiva. Davanti ai delegati che l’hanno votato ha rivolto, dunque, il primo discorso del nuovo mandato, in occasione anche della chiusura dei lavori annuali del governo, con un tono estremamente nazionalistico e patriottico, ma anche rivolto alle grandi sfide mondiali che attendono il colosso asiatico nel corso dell’immediato futuro.



Un grandissimo obiettivo, da sempre perseguito ma ribadito ancora una volta a gran voce da Xi Jinping, sarà quello di risolvere definitivamente la questione di Taiwan, la provincia ribelle che secondo la Cina rientrerebbe nella sua sfera d’influenza. Aprendo il suo discorso il leader cinese ha sottolineato che grazie al Partito Comunista, il colosso asiatico si è ripreso dal “bullismo delle potenze straniere” che avevano ridotto lo stato ad una situazione “semi-coloniale” e “semi-feudale”. “Abbiamo spazzato via l’umiliazione”, ha sottolineato Xi Jinping, “e il popolo cinese è diventato padrone del proprio destino”, ribadendo che starebbe completando quel processo di rinnovamento della nazione che aveva promesso per la prima volta nel 2012, quando fu eletto segretario del partito.



Xi Jinping, Tawian e la grande muraglia d’acciaio

Dopo l’auto elogio al suo operato, Xi Jinping è poi passato ad esporre quali sono le sue ambizioni principali nei prossimi anni, partendo da quella che è a tutti gli effetti una delle questioni più discusse, ovvero l’annessione di Taiwan. Ha detto che procederà alla “riunificazione” dell’isola ribelle, opponendosi “risolutamente all’interferenza di forze esterne e alle attività indipendentiste e portare avanti il processo di riunificazione della madrepatria”.

Sarà importante, per Xi Jinping, “attuare la strategia generale del Partito per risolvere la questione di Taiwan nella nuova era, aderire al principio dell’unica Cina“, lavorando anche per “promuovere attivamente lo sviluppo pacifico delle relazioni”. A tal fine, anche se non esplicitamente correlato, il leader cinese ha poi dedicato buona parte del suo discorso all’esercito cinese che per affrontare “i rischi [che] aumenteranno” dovrà essere trasformato “in una Grande Muraglia d’acciaio che salvaguardi efficacemente la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo”. Infatti, secondo Xi Jinping, “la sicurezza è il fondamento dello sviluppo, mentre la stabilità è un prerequisito per la prosperità”.