XI MINACCIA TAIWAN: “SARÀ RIUNIFICATA CON LA CINA, È INEVITABILE”

Nel suo discorso di fine anno il Presidente della Cina Xi Jinping lancia una “promessa” che suona nettamente come la conferma di una minaccia da tempo scagliata sul destino di Taiwan, la piccola ma preziosa nazione-Isola a soli 180 km dal suolo cinese e rivendicata come “parte integrante della Repubblica Popolare cinese” ormai da decenni. «Taipei sarà certamente riunificata con Pechino»: così il leader comunista nei confronti di Taiwan, come noto indipendente e tutt’altro che remissiva nei confronti del colosso “vicino di casa”.



Nel 2024 ci saranno le nuove elezioni a Taipei che vedranno contrapposte le differenti fazioni presenti a Taiwan: chi vuole tornare a “dialogare” con la Cina per arrivare ad una riunificazione sulla falsa riga dell’illiberale “influenza” di Pechino già calato su Macao e Hong Kong e chi invece come l’attuale presidente Tsai Ing-wen intende difendere la piena e legittima indipendenza di Taipei dalle mire espansionistiche del regime cinese. «La riunificazione con Taiwan è una inevitabilità storica», ha detto Xi Jinping nel discorso di fine 2023, l’anno in cui infatti sono tornate ad essere molto tese le relazioni nello Stretto di Formosa, con operazioni militari al confine e continue minacce di una “riunificazione” che da tutti suona come un tentativo di invasione.



IL DISCORSO DI CAPODANNO DEL PRESIDENTE CINESE: COSA HA DETTO XI JINPING

«La Cina sarà sicuramente riunificata. Tutti i cinesi su entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan dovrebbero essere legati da un obiettivo comune e condividere la gloria del rinnovamento della nazione cinese», ha detto ancora Xi Jinping nel discorso di Capodanno trasmesso da CCTV, la tv di Stato in Cina. Secondo il leader comunista, «I compatrioti su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan dovrebbero unirsi per condividere la grande gloria del ringiovanimento nazionale». La riunificazione “inevitabile” già era stata sottolineata da Xi nell’incontro con Biden lo scorso novembre: Pechino non ha mai rinunciato a riconquistare l’isola anche con la forza e le pressioni ora militari ed economici non sono mai state così ingenti.



«Dopo aver superato la tempesta, l’economia cinese è più resiliente e dinamica di prima», ha detto poi Xi parlando della difficile situazione economica avvenuta quest’anno nel post-pandemia Covid, non senza dosi di retorica propagandistica «Nel 2023 abbiamo continuato ad andare avanti con determinazione e tenacia. Abbiamo superato la prova del vento e della pioggia, abbiamo visto scene meravigliose svolgersi lungo il cammino e abbiamo ottenuto molti risultati concreti. Ricorderemo quest’anno come un anno di duro lavoro e perseveranza. Guardando al futuro, abbiamo piena fiducia nel futuro». Guardando al fronte internazionale, la Cina si dice pronta a «mantenere prosperità e stabilità a lungo termine», oltre ad una «migliore integrazione nel grande piano di sviluppo nazionale delle regioni semiautonome di Hong Kong e Macao». In merito alle guerre presenti sul suolo internazionale, da Pechino giunge un nuovo appello di pace: «ci sono ancora luoghi nel mondo in mezzo alla guerra. Il popolo cinese è molto consapevole del valore della pace, siamo disposti a collaborare con la comunità internazionale per promuovere la costruzione di una comunità dal futuro condiviso per l’umanità». Discorso che però cozza non poco con quanto detto appena pochi istanti prima sulla necessità di “riunificare” Taiwan. In merito alla politica dello “Zero Covid” smantellata da pochi mesi, Xi Jinping si è limitato a dire «Il controllo della pandemia si è stabilizzato».