L’allarme ora è chiaro, univoco e rilanciato a tutta l’Unione Europea: «non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale della Xylella Fastidiosa» che minaccia da tempo non solo i Paesi sul Mediterraneo ma anche l’intero territorio dell’Ue. Sono queste le principali e allarmanti conclusioni che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (l’EFSA) ha tratto dopo un lungo periodo di studi e analisi, reso noto nella giornata di oggi: tali opinioni, riporta l’Ansa, «confermano che alcuni trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi, ma non eliminano il batterio». Per questo motivo l’unica modalità possibile per provare a controllare la Xylella resta l’applicazione tempestiva delle misure di controllo Ue, anche se come abbiamo visto in questi anni in Puglia l’ostinata opposizione fatta da diverse sigle ambientaliste in difesa degli ulivi in Salento (motivo per cui l’Italia è stata anche deferita mesi fa, ndr) ha rallentato se non proprio fermato il tentativo di frenare l’avanzata del batterio “killer”. «Sono saliti a un miliardo i danni provocati dal diffondersi della Xylella fastidiosa che ha infettato circa 10 milioni di piante in Puglia dove è comparsa per la prima volta nell’ottobre del 2012», spiegava la Coldiretti solo un anno fa in merito alla relazione per il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Ue.
XYLELLA, L’ALLARME DALL’ITALIA A TUTTA L’UE
Non solo, sempre secondo la Coldiretti, «negli ultimi 5 anni e mezzo si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente alle porte della provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione». Secondo l’EFSA invece la lotta alla Xylella è resa ancor più complessa anche per il ritardo con cui si manifestano i sintomi sulle piante colpite: «Le simulazioni condotte dal panel Efsa suggeriscono che l’eradicazione potrebbe essere ottenuta anche con un raggio inferiore ai 100 metri, ma solo in caso di diagnosi precoce della malattia, controllo degli insetti vettori molto efficiente per adulti e larve, rimozione immediata delle piante», riporta il focus di Ansa “Terra & Gusto”. Ma se i controlli sfuggono, allora anche l’eradicazione risulta tardiva e inutile. Dalla Puglia alla Spagna, dalla Francia fino alla Toscana per arrivate anche in Portogallo e in Germania, sono tutti i luoghi dove negli ultimi anni sono state segnalate presenze e contaminazione della Xylella Fastidiosa e ora l’Unione Europea vuole tentare di approntare un piano di emergenza che limiti il più possibile la diffusione del “fenomeno” insano: non resta che vedere se gli ambientalisti ora “seguiranno” le indicazioni d’allarme.