In attesa di maggiori novità sullo stato di salute di Flavio Briatore, reduce da un malore in quel di Baku, il noto imprenditore piemontese ha ricevuto senza dubbio una buona notizia: nella giornata di ieri, infatti, la Cassazione ha annullato per la seconda volta la confisca del suo famoso yacht, il Force Blue, bene di lusso che era stato bloccato dalla magistratura di Genova per una vicenda di iva evasa di cui è accusato lo stesso imprenditore. Gli ermellini della quarta sezione penale, scrive il quotidiano La Nazione, hanno accolto il ricorso presentato dai legali difensori di Briatore, e di conseguenza gli atti sono tornati presso la Corte di Appello di Genova per l’appello ter.
La decisione del tribunale ligure era giunta ad ottobre del 2019, e nell’appello Bis Briatore a altri coimputati erano stati prosciolti per prescrizione in merito all’accusa di aver emesso fatture inesistenti, dopo che sempre la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna precedente di un anno e sei mesi. Lo yacht venne sequestrato dalla guardia di finanza ben undici anni fa, a maggio del 2010, al largo di La Spezia mentre a bordo si trovava l’ex moglie di Flavio Briatore, Elisabetta Gregoraci, e il figlioletto Nathan Falco, all’epoca dei fatti appena nato.
YACHT FLAVIO BRIATORE, CASSAZIONE ANNULLA SEQUESTRO: IL COMMENTO DELL’AVVOCATO
«È il secondo annullamento da parte della Corte di cassazione della decisione della Corte di appello di Genova. – le parole dell’avvocato del manager piemontese, Lattanzi, ai microfoni de La Nazione – l’imbarcazione nel frattempo è stata venduta all’asta e sono stati realizzati circa 7.000.000 di euro. Il processo iniziato undici anni fa, nel 2010, con il sequestro del natante è stato oggetto di cinque decisioni e dovrà tornare a Genova per un nuovo giudizio davanti alla Corte di appello». Il legale aggiunge e conclude: «Il secondo annullamento da parte della Cassazione testimonia la bontà delle argomentazioni difensive e il fatto che le decisioni dell’autorità giudiziaria genovese non sono state idonee a provare la colpevolezza del Briatore».